RIABILITAZIONE NELL’ ARTROSI

L’artrosi, chiamata anche osteoartrosi, è una malattia cronica che colpisce le articolazioni (artropatia), di tipo degenerativo, ovvero che porta alla progressiva perdita delle componenti anatomiche che formano le articolazioni. Interessa principalmente il rachide (le vertebre) e le articolazioni degli arti, ed è caratterizzata dalla perdita della cartilagine articolare, che viene sostituita da nuovo tessuto osseo; ciò provoca dolore ed una limitazione nei movimenti. 
Il pz solitamente lamenta dolore articolare, che regredisce con il riposo, e rigidità mattutina. 
In certi casi può essere presente tumefazione localizzata. Se la degenerazione progredisce si può avere limitazione funzionale più o meno importante e deformità articolari. 
Le strutture più frequentemente interessate dall’ artrosi sono: colonna vertebrale, anca, ginocchio, dita delle mani e dei piedi. 
Il trattamento fisioterapico si pone come obiettivi la riduzione del dolore e il mantenimento di una buona funzionalità attraverso applicazioni di paraffina calda, massoterapia manuale, esercizi attivi di mobilizzazione dolce e l’insegnamento di regole di economia articolare. 
Con la kinesiterapia si andrà a lavorare su: 
– liberare l’articolazione 

– allungare i vari muscoli coinvolti 

– mobilizzare l’arto interessato 

– eliminare i compensi 

– prevenire la progressione della patologia 
L’obiettivo è quello di recuperare, nel limite del possibile, la funzionalità dell’articolazione.
Presupposti per il raggiungimento di questo obiettivo sono il recupero dell’articolarità e dell’efficienza muscolare. Questi obiettivi possono essere ottenuti attraverso la riabilitazione funzionale, il cui strumento importante è la chinesiterapia, ossia la terapia del movimento con il movimento. Il razionale della chinesiterapia risiede nel fatto che, con la mobilizzazione dell’articolazione si stimola la produzione, da parte della capsula articolare, di liquido sinoviale, importante fattore di nutrizione della cartilagine. Inoltre, la capsula articolare viene mantenuta elastica, proprietà che è alla base della libertà di movimento della articolazione, oltre a mantenere in buono stato la muscolatura periarticolare che altrimenti si atrofizza e perde la sua forza.
La mobilizzazione può essere passiva, cioè realizzata dal fisioterapista, il quale eserciterà sul paziente particolari tecniche al fine di gestire in modo appropriato il movimento della articolazione da trattare; attiva-assistita, cioè realizzata parzialmente dal paziente e aiutata dal fisioterapista, nel caso in cui il paziente riesca a muovere solo parzialmente l’articolazione, e attiva, operata esclusivamente dal singolo paziente sotto supervisione del fisioterapista. Durante la seduta di chinesiterapia sarà possibile usare elastici, palloni, palline, bastoni, cuscini d’aria, per facilitare o rendere più difficoltoso il movimento. La seduta potrà essere svolta in posizione supina o seduta sui palloni d’aria, per non gravare sulle articolazioni; il cosa fare dipende dal tipo di articolazione e dall’entità della compromissione. Il movimento oltre che essere terapeutico, attraverso l’esercizio regolare, dolce con movimenti che recuperino o mantengano l’escursione articolare e il tono muscolare costituisce una valida protezione contro l’artrosi.
Ruolo efficace svolge anche l’ idrokinesiterapia, che sfrutta tutte le capacità e le proprietà dell’elemento acqua, capace di ridurre a zero il peso e la gravità, di massaggiare e decontrarre, di agevolare ogni movimento che fuori dall’acqua ci rende goffi e doloranti.

Per completare importante nel mantenere l’elasticità delle strutture, è lo stretching, ottenuto con diverse possibili tecniche e con auto posture. A queste strategie è possibile aggiungerne altre che hanno lo scopo di facilitare alcuni gesti, evitare quelli dannosi, e quindi prevenire la progressione dell’artrosi. Questi verranno studiati di volta in volta sul singolo paziente in base alle problematiche soggettive.