Mal di schiena, strappi e storte: il dolore si placa con il caldo o con il freddo? Dipende

«Mettici un po’ di ghiaccio!» o «tienilo al caldo e vedrai che passerà» sono frasi che tutti si sono sentiti dire almeno una volta nella vita. Ma è veramente così? Perché caldo e freddo sono efficaci come analgesici? E, sopratutto, quando ricorrere all’uno e quando all’altro? Il cambio di temperatura è un rimedio con cui da sempre si è cercato di dare sollievo in caso di dolori, gonfiori e contratture. Ecco come agire correttamente

Perché il caldo è analgesico

Caldo fa rima con vasodilatazione. Il tessuto su cui viene applicato il calore beneficia di un maggiore afflusso di sangue, quindi ossigeno e nutrienti, che comporta una riduzione della contrazione. In questo modo, ad esempio, un muscolo si rilassa e il dolore si attenua. Il caldo può essere benefico anche per alleviare il dolore articolare.

Il freddo per un’anestesia locale

Con il freddo l’effetto è opposto. L’azione del ghiaccio induce una significativa vasocostrizione che provoca una riduzione del microcircolo sanguigno. Per avere un’idea del freddo come antidolorifico basti pensare al consiglio che si dà in caso di ustione (di primo grado): mettere la parte lesa sotto l’acqua corrente fredda. Il freddo contribuisce a “spegnere” il dolore oltre a proteggere la pelle e ostacolarne la distruzione causata dalla scottatura. Il freddo è spesso usato come terapia di primo soccorso.

Caldo o freddo?

Appurato il potere terapeutico del caldo e del freddo, è possibile indicare una regola generale su quando ricorrere all’uno o all’altro? «L’applicazione del caldo e del freddo dipende dalla causa che ha determinato il dolore. La casistica è molto varia», risponde la professoressa Daniela Lucini, responsabile della Sezione di Medicina dell’Esercizio dell’ospedale Humanitas. «Se il dolore è causato da un’infezione, ad esempio un ascesso a un dente, è meglio il freddo; i crampi addominali che possono manifestarsi durante il ciclo mestruale possono essere invece alleviati dal caldo, così come le contratture muscolari; gli edemi e i gonfiori in caso di distorsione, invece, “chiamano” il freddo».

Storta alla caviglia? Freddo

L’acronimo anglosassone R.I.C.E. sintetizza le azioni da fare per il primo soccorso in caso di distorsione alla caviglia. R sta per “rest”, cioè riposo: dopo l’infortunio bisogna fermarsi; C sta per “compression”, ovvero applicare un bendaggio elastico sulla parte lesa per ridurre il gonfiore; E sta per “elevation”, cioè elevare la gamba, tenerla oltre l’altezza del petto, sempre per favorire lo sgonfiamento. E la I ? I sta per “ice”, cioè ghiaccio. Ecco l’intervento del freddo come antidolorifico: prima si applica meglio è, poi a cicli di 15-20 minuti con intervalli di pari durata.

Strappi e tendiniti? Freddo

«A livello muscolare possono essere utili entrambe le applicazioni, ma in casi diversi: dopo un trauma da caduta è meglio il freddo», ricorda la professoressa Lucini. «In presenza di uno strappo muscolare, il dolore è dovuto a un’infiammazione e allora va bene il freddo. Come nel caso della distorsione della caviglia, anche in questo caso l’intervento con l’applicazione del freddo dev’essere tempestivo».

«Cervicale» e mal di testa? Caldo

Ecco i casi in cui per il dolore si può sfruttare l’azione del caldo: «I crampi, le contratture muscolari possono essere trattate anche con la “terapia del caldo”: le tensioni muscolari dovute a posture errate tenute per molto tempo, ad esempio dopo aver viaggiato a lungo in auto. La “cervicale” o anche il “mal di testa da contrazione”, in cui il dolore ha origine nei muscoli di collo e spalle», aggiunge la professoressa Lucini. Come intervenire in questi casi? «Per il trattamento delle contratture muscolari ci sono due regole fondamentali e speculari: la prima è non prendere freddo, non esporre la parte interessata al freddo. La seconda è di tenerla al caldo il più possibile. Il calore può arrivare da una maglia, una sciarpa (di seta, per l’estate) o utilizzando dei cuscinetti termici (ne esistono anche con noccioli di ciliegia da inserire in forno)».

Troppo sport: muscoli e dolore

L’affaticamento muscolare che segue uno sforzo fisico eccessivo dopo un allenamento particolarmente intenso può trovare sollievo tanto nell’applicazione del caldo quanto del freddo. Un recente studio pubblicato su The Journal of Strength and Conditioning Research ha valutato il dolore e il danno muscolare in 100 individui, metà trattati con il calore o con il freddo dopo 15 minuti di squat alle gambe; l’altra metà non ha ricevuto alcun trattamento. L’efficacia del cambio di temperatura sull’affaticamento muscolare è stato valutato positivamente tanto nel caso del freddo quanto nel caldo, ma il freddo ha ridotto meglio il dolore.

Mal di schiena, se acuto ok al freddo

Il mal di schiena è una condizione molto comune ma anche molto variegata. Anche in questo caso, a seconda della genesi del dolore, si interviene con il caldo o con il freddo: «Quando il mal di schiena è associato a dolori muscolari, traumi, contrazioni, strappi e stiramenti, in fase acuta è indicato il trattamento con il freddo», ricorda il dottor Maurizio Fornari, responsabile di Neurochirurgia dell’ospedale Humanitas. Per ottenere l’effetto analgesico «va bene anche una semplice borsa del ghiaccio. Il freddo riduce la tensione dei muscoli dorsali e riduce il fenomeno infiammatorio locale».

Colpo della strega e discopatie: caldo

Se invece il mal di schiena è dovuto allo spostamento di una struttura portante la colonna vertebrale allora è meglio il caldo: «Lo spostamento – spiega il dottor Fornari – può essere a carico di una sola vertebra (spondilolistesi) o può inserirsi in un quadro più complesso, di degenerazione dell’intera colonna (scoliosi degenerativa). All’interno delle terapie prescritte dal medico curante si può beneficiare anche dell’azione del caldo con l’applicazione di termofori, dispositivi elettromedicali che emettono calore, ma soprattutto con i bagni termali in acque calde. In quest’ultimo caso si sfrutta anche l’azione dell’acqua e con la riduzione del carico gravitazionale sulle articolazioni». «Il mal di schiena può essere anche associato a una irritazione, una compressione della radice nervosa. In caso di dolore radicolare, irritativo, per trovare un po’ di sollievo va bene il caldo. Tuttavia il beneficio del caldo in caso di mal di schiena con irritazione del tronco nervoso è modesto». (Corriere Della Sera)