Mutazioni dei geni BRCA, l’Inps riconosce l’invalidità alle donne che rischiano di ammalarsi di tumore

Anche alle donne portatrici delle mutazioni BRCA1 e BRCA2, che sceglieranno la chirurgia preventiva da sane, senza quindi aver sviluppato un tumore, sarà riconosciuta una corretta percentuale d’invalidità. È questo il principale risultato di un’azione congiunta che ha unito allo stesso tavolo l’INPS, l’associazione aBRCAdaBRA, nata per rappresentare i bisogni delle persone portatrici della mutazione BRCA, e la FAVO, la Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia. Un lavoro congiunto per riconoscere una tutela sia alle persone sane che devono convivere con un elevato rischio di ammalarsi di tumore nel corso della loro vita, sia a quelle che, già malate oncologiche, affrontano rischi aggiuntivi di salute a causa della mutazione genetica BRCA.

La consulenza genetica

Quella di poter ereditare un tumore è una paura diffusa, ma se si guardano i numeri ci si sente rassicurati: solo una quota molto bassa (meno del 2%) di tutti i tumori diagnosticati ogni anno viene inserita nella categoria di quelli che in gergo si chiamano «familiari». La consulenza genetica per rischio di tumore a seno e ovaio (geni BRCA1 e BRCA2) può essere richiesta al Servizio sanitario nazionale (quindi pagando solo il ticket) solo in queste circostanze: se si hanno almeno 3 casi di tumore a seno e/o ovaio in famiglia, tra madre, nonne, zie o sorelle; anche solo in presenza di 2 casi in famiglia, ma che hanno colpito in giovane età (prima dei 50 anni); con un solo caso in famiglia di tumore della mammella maschile; in presenza in famiglia di tumori al seno o alle ovaie bilaterali; in casi in famiglia di tumori della mammella triplo negativo (recettori negativi per estrogeno, progesterone e Her2 negativo). (Corriere.it)