Come è cambiata la camminata umana dagli scimpanzé a noi

Da decenni i paleoantropologi sostengono che il piede umano sia una leva rigida – se confrontato con quello più mobile e adatto ad arrampicarsi degli scimpanzé – che conferisce stabilità e rende la camminata in posizione eretta sulle lunghe distanze più facile ed efficiente. Oggi un gruppo di ricercatori del New York Institute of Technology College of Osteopathic Medicine mette in discussione alcune deduzioni sull’evoluzione del piede umano. Nello studio pubblicato sul Journal of Human Evolution Nathan Thompson e colleghi hanno catturato il movimento dei piedi nelle due specie per capire quali differenze ci fossero nelle varie fasi del cammino su due gambe.

Gli scienziati hanno confrontato i movimenti delle articolazioni e delle ossa di due scimpanzè maschi e di cinque uomini durante il passo utilizzando tecnologie avanzate di motion capture in tre dimensioni. Contrariamente a quanto atteso, i ricercatori hanno appurato che i piedi umani sono più flessibili nella parte mediana di quelli degli scimpanzé in una camminata su due gambe.

“Questi risultati capovolgono il nostro assunto su come i piedi umani e quelli degli scimpanzé lavorano. Basandosi su una semplice osservazione visiva, si sapeva da tanto tempo che i piedi dell’uomo sono più rigidi di quelli degli scimpanzé e di altre scimmie quando il tallone viene sollevato dal terreno durante il passo. Quello che ci ha sorpreso è stato scoprire che la regione mediana del piede umano si flette drammaticamente alla fine del passo per ripristinare la posizione dopo la spinta” afferma Thompson.

Ciò che lo studio suggerisce, dunque, è che sia proprio la flessibilità articolare della parte mediana del piede umano a conferire un vantaggio nella camminata in posizione eretta. “Non lo avremmo mai scoperto senza studiare gli scimpanzé con avanzate tecnologie di motion capture” ha detto Nicholas Holowka del Harvard’s department of Human Evolutionary Biology, tra gli autori dello studio.

La ricerca inoltre suggerisce come sia necessario ripensare all’evoluzione del piede umano. “La morfologia delle articolazioni mediali human-like nei fossili di ominidi non può più essere considerata indicazione di rigidità, ma ci può dire qualcosa sull’evoluzione della pronunciata spinta meccanica nell’uomo” afferma Thompson. Per questo – sostiene –  saranno indispensabili altri studi.

[Fonte read:https://www.wired.it/scienza/ecologia/2017/02/09/evoluzione-camminata-umana/]