Coronavirus, il farmaco antimalarico: «Fu utile per la Sars, pronte 130 milioni di dosi. Il vaccino? Nel 2021»

Pasquale Frega, amministratore delegato di Novartis in Italia, questa è anche una corsa contro il tempo. Il Covid non si ferma…
«Vero, una pandemia così non ha precedenti. Perciò serve uno sforzo coordinato a livello mondiale di governi, agenzie, aziende farmaceutiche. Ma sono fiducioso: la patologia sta dilagando però ormai è sufficientemente conosciuta e può essere aggredita con gli strumenti giusti».

Quali?
«Beh, credo che già nel primo trimestre del 2021 il mondo avrà il vaccino».

Tra un anno? Ma qui serve una risposta immediata, non crede?
«Certo, infatti ci siamo attivati da subito a partire dal concreto: un milione di euro alla Protezione civile in Campania dove cresce il contagio. E poi la consegna gratuita a domicilio dei farmaci nelle zone più colpite. Ma se la Fda statunitense e l’Agenzia europea per i medicinali ci daranno l’ok, allora già entro il mese di maggio saremo pronti a donare alla lotta globale contro il Covid 130 milioni di dosi di idrossiclorochina».

Sarebbe?

«Un semplice antimalarico, utilizzato anche per alcune malattie autoimmuni, tra cui il lupus eritematoso sistemico e l’artrite reumatoide negli adulti. Ma si comportò assai bene già ai tempi della Sars. Così, ora è in corso una sua sperimentazione clinica su circa 2 mila pazienti, una terapia di profilassi per vedere se il farmaco è in grado di bloccare anche il Coronavirus. Non abbiamo ancora certezze o dati definitivi, ma la strada è promettente. Per questo faccio un appello alle altre aziende farmaceutiche. Se Europa e Usa ci daranno presto l’ok possiamo aumentarne tutti insieme la produzione. Anche l’Italia, naturalmente, riceverebbe dosi a sufficienza per il Covid. Sia chiaro, però: i pazienti che già utilizzano questo medicinale non ne rimarranno sprovvisti».

È tutto?
«No. Da diversi ospedali italiani ci sono arrivate richieste per due nostri farmaci, Canakinumab (usato solitamente contro patologie reumatiche antinfiammatorie) e Ruxolitinib (che cura le patologie onco-ematologiche). Entrambi hanno destato l’interesse dei clinici perché la speranza, fondata per ora su base sperimentale, è che possano rivelarsi utili per una risposta terapeutica al Covid. Così abbiamo già chiesto l’approvazione all’Aifa (Agenzia italiana del farmaco, ndr) in modo da poterli dispensare al più presto gratuitamente agli ospedali».

Ci sono in giro molte aspettative, presidente. E anche parecchie bufale.
«Già. Per questo insieme ai ministeri competenti lanceremo una campagna di sensibilizzazione rivolta ai più giovani. Sui social impazzano le fake news, invece c’è bisogno di scienza e di informazione corretta» (di Fabrizio Caccia per Corriere Della Sera).