La distorsione di caviglia

 

La distorsione alla caviglia è il più frequente trauma muscolo-scheletrico dell’arto inferiore. Gli sport dove questo trauma è più frequente sono: pallavolo, basket, calcio e la corsa di resistenza. Il più frequente meccanismo di infortunio è in inversione (rotazione interna della pianta del piede) ma può essere anche causato da un’ eversione (rotazione esterna della pianta del piede) e a volte i due meccanismi possono coesistere. In alcuni casi è una fragilità derivante da precedenti episodi mal curati o dovuta a uno scarso tono muscolare o ad una lassità legamentosa.
Per una corretta riabilitazione della caviglia, è molto importante conoscere il grado di distorsione da parte
dell’ortopedico sapendo che esiste un grado I, II e III. Una buona riabilitazione serve a prevenire il dolore
cronico e l’instabilità
Nelle distorsioni di grado I è sufficiente seguire il protocollo P.R.I.C.E.:
• (Protect ): Protezione
• (Rest ): Riposo limitando il carico
• (Ice): Ghiaccio20 minuti 3 vv al di x 4-5 gg per ridurre il gonfiore
• (Compression): Bendaggio compressive funzionale per l’edema e l’immobilizzazione della caviglia
• (Elevation): tenere l’arto sollevato sopra il cuore per le prime 48 ore
Il gonfiore di solito va via in pochi giorni.
Per un grado II, andrà seguito il protocollo P.R.I.C.E. associato ad una fase più lunga di immobilizzazione (2
settimane) con tutore. Sarà utile eseguire della fisioterapia per ridurre l’edema e il dolore (Tecarterapia, Laser, Ultrasuoni, Ipertermia) e successivamente per circa 1 mese dedicarsi a della fisioterapia di stretching, propriocezione e rinforzo muscolare.
Le distorsioni grado III sono molto a rischio di instabilità cronica. In questi casi l’immobilizzazione dovrà
essere più prolungata (30 gg) in tutore e considerare una fisioterapia aggressiva per almeno 2 mesi.
L’articolazione della caviglia è formata dalla tibia, dal perone e dall’astragalo ed è mantenuta in sede grazie ai legamenti peroneo-astragalico anteriore (PAA), peroneo-astragalico posteriore (PAP), e peroneo-calcaneare (PC), per ciò che concerne il compartimento laterale, dal legamento deltoideo a livello del compartimento mediale ed anteriormente dal legamento tibio-peroneale anteriore. In caso d’incompetenza di uno, o più, di questi legamenti, l’astragalo può diventare instabile; è quindi altresì ovvio che il grado di lesione legamentosa stabilisca il grado d’instabilità articolare. L’instabilità articolare, dovuta a lassità legamentosa, può ingenerare distorsioni tibio-tarsiche croniche: è questo il quadro della cosiddetta instabilità cronica di caviglia, molto frequente in ambito sportivo.
L’instabilità, anteriore o posteriore, dell’articolazione tibio-tarsica, si quantifica attraverso due tipi test, che vengono rispettivamente definiti “segno del cassetto anteriore” e “segno del cassetto posteriore”.
La competenza del legamento deltoideo si verifica invece attraverso il “test della stabilità mediale”.
Ogni lesione legamentosa richiede la riabilitazionealtrimenti il rischio di instabilità e dolore cronico diventa
elevato. Nelle distorsioni grado II e III la riabilitazione richiede 3 fasi.
La fase I include riposo, e proteggere la caviglia riducendo l’edema.
La fase II include il recupero della flessibilità della caviglia, l’articolarità e la forza
La fase III include il ritorno alle attività quotidiane, ed eseguire esercizi di mantenimento seguiti da
esercizi specifici per lo sport negli agonisti.
Una volta che il paziente è in grado di ritornare ad una vita normale sarebbe utile eseguire degli esercizi di
rinforzo muscolare, esercizi di stretching e di propriocezione.

Quando il paziente ha recuperato una buona deambulazione, dopo aver eseguito esercizi di scomposizione e di correzione delle varie fasi del passo, si procede con l’eseguire un percorso propriocettivo con ostacoli composto da cuscini che hanno una diversa consistenza e deformabilità, in modo da adattare il passo e stimolare i recettori propriocettivi durante la camminata su un terreno non omogeneo.