Al Lazio il primato della sanità peggiore

(di Gabriele Bartoloni per La Fune) – Cure dimagranti per il sistema sanitario laziale. E’ quello che emerge da alcune anticipazioni pubblicate sul Il Tempo dall’agenzia Dire sul rapporto OASI 2018 curato dal Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria dell’Università Bocconi di Milano.

L’Italia spende solo il 8,9% del pil in sanità, un dato scarso se confrontato con quelli di altri Paesi europei come l’Inghilterra (9,8%) e Germania che addirittura supera i 10 punti di pil. Buona invece la notizia dell’avanzo da 529 milioni registrati dal comparto sanitario laziale nel 2017. Si, ma a quale prezzo?

Tante le carenze del Lazio dal punto di vista sanitario: in primis la carenza del personale, diminuito del 14% dal 2010 e in linea con il 15% della Campania. Dati giganti se confrontati con quelli della Lombardia che nello stesso periodo perde solo il 3% del personale. 16 è invece il numero degli ospedali chiusi accompagnati da una diminuzione di 3.600 posti letto, un numero che porta la regione sotto la media nazionale dei 3 letti ogni 1000 abitanti.

Tagli che non fanno altro che aumentare i tempi di attesa. Non a caso secondo il rapporto OASI tra le regioni che presentano tempi di attesa più lungi per i codici gialli figura proprio il Lazio con una media di 28,5 minuti. Subito dopo le Marche con tempi che sfiorano 45 minuti.

Una serie di motivi che costringono i pazienti laziali all’esodo verso le regioni confinanti. Infatti “Se si considera la provenienza dei pazienti ricoverati fuori regione rispetto alla mobilità complessiva – spiega il rapporto – è la Campania a presente la percentuale più elevata (10,5%), seguita dal Lazio (10,3)”. I peggiori insomma.

Cattive notizie anche per il numero di operatori sanitari che arrivano solo a 7,1 operatori ogni mille abitanti. Anche qui carenti rispetto a regioni come la Lombardia dove la media è di 9,6. Preoccupa anche il numero degli infermieri. Il Rapporto OASI, infatti, evidenzia un calo 2.497 unità rispetto al 2009 dove gli infermieri arrivavano a 22.599 in tutta la regione.

Su questo fronte recentemente il governatore e commissario alla sanità Zingaretti ha cercato di metterci una “toppa”. Termine usato dalla ministra della Salute Giulia Grillo per descrivere il piano di assunzione di 258 infermieri da poco annunciato dal governatore.

Una misura questa che potrebbe essere l’ultimo provvedimento targato Zingaretti. Entro questo mese infatti dovrebbe finire il commissariamento del comparto sanitario laziale preso in carica proprio dal governatore Zingaretti nel 2008, quando il deficit sanitario raggiunse quasi i 2 miliardi.

Una carica quella di commissario che sta per scadere anche per l’effetto dell’approvazione della manovra economica, la quale contiene una norma che impedisce ai governatori di assumere la carica di commissorio alla sanità. La norma infatti prevede che da ora in poi a ricoprire quel ruolo ci saranno solo figure specializzate e con esperienze comprovate.