Morì dopo l’operazione in ospedale. Quattro sanitari finiscono nei guai

(di Francesco Marruco per La Nazione) – Perugia, 14 settembre 2018 –  I familiari  dicono di aver chiesto aiuto quella notte, ma per ore nessuno avrebbe controllato il loro congiunto che dieci giorni dopo morì nel reparto di chirurgia dell’ospedale di Perugia. Era il 14 ottobre 2016, A.P., queste le iniziali della vittima, 73enne, era stato ricoverato perché doveva essere operato a causa di un tumore (non in stadio avanzato), poi però aveva avuto un’emorragia post-intervento che lo aveva indebolito fino a portarlo alla morte.

Nei giorni scorsi in tribunale i periti nominati dal gip Valerio D’Andria con la formula dell’incidente probatorio, su richiesta del sostituto procuratore titolare dell’inchiesta, Mario Formisano, hanno depositato le loro conclusioni in merito ai possibili profili di negligenza tenuti dai quattro sanitari indagati per omicidio colposo. Due medici e due infermiere, difesi dall’avvocato Lino Ciaccio e dalla collega Paola Maja, che sono intervenuti nelle diverse fasi dell’intervento chirurgico e del ricovero dell’uomo deceduto, i cui familiari si sono invece affidati all’avvocato Francesco Maiorca.

La denuncia venne sporta subito dopo la morte dell’anziano perché, secondo quanto sostiene la famiglia, gli sarebbe stata negata la possibilità di far partecipare un loro consulente all’accertamento diagnostico post-mortem che comunque l’ospedale era intenzionato a fare. A quel punto vennero sequestrate le cartelle cliniche e il pm dispose l’autopsia, da cui emerse come causa del decesso una insufficienza multiorgano, determinata dalla precedente emorragia massiva. I periti nominati dal giudice hanno stabilito che non ci sarebbero profili di negligenza per l’intervento chirurgico, eseguito in maniera corretta, mentre invece sarebbe stata riscontrata una carenza assistenziale nelle ore notturne in cui l’uomo è stato colto da emorragia e nessuno se ne sarebbe accorto in tempo utile. Una volta diagnosticata, alle 5 di mattina, era ormai massiva, i medici lo hanno nuovamente operato e chirurgicamente avevano risolto il problema, ma pochi giorni dopo l’anziano entrò in coma, morendo il 14 ottobre. Adesso, dopo l’incidente probatorio, toccherà al pm decidere se e per quali indagati procedere con la richiesta di processo.