Ecco perché dopo l’estate spesso fa male il tallone

I problemi a questa zona del piede hanno tipicamente il loro «picco» tra giugno e ottobre. Le scarpe basse con suola morbida favoriscono le talloniti.

(di Antonella Sparvoli per Corriere.it) – Dopo aver passato l’estate con sandali e infradito ai piedi sono in molti a ritrovarsi al rientro dalle vacanze con un fastidioso dolore al tallone. Problema che potrebbe affliggere con più facilità anche chi ha approfittato della pausa estiva per darsi alla corsa. «Le patologie dolorose del tallone hanno quasi sempre origine meccanica – spiega Alessandro Farnetti, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia del Piede e Caviglia dell’Istituto Clinico Città degli Studi di Milano – e spesso vengono inquadrate come talloniti, ma le possibili cause sono molte. Un difetto biomeccanico del piede (patologie dell’avampiede, sindromi pronatorie, piede cavo) può indurre una scorretta sollecitazione meccanica e quindi microtraumatismi ripetuti. Nella bella stagione scarpe basse, poco contenitive e con suola morbida, possono facilitare le problematiche al tallone».

Quali sono le cause più frequenti?
«Le infiammazioni che riguardano l’inserzione della fascia plantare (tessuto fibroso che va dal calcagno alle dita dei piedi) o del tendine di Achille al calcagno, sono le più frequenti cause di dolore al tallone. Possono presentarsi con episodi saltuari, acuti o subacuti, ma spesso tendono a cronicizzare perché interpretati dal paziente come dolori passeggeri e quindi sottovalutati. In questi casi il prolungarsi di un istintivo cammino scorretto in difesa dal dolore, causa il coinvolgimento di altre strutture del piede, tendinopatie o dolori alla gamba, ai lombi e in zona sacro iliaca. Le sofferenze croniche da sovraccarico meccanico e i microtraumi ripetuti del tendine di Achille e della fascia plantare, possono portare a loro volta alla comparsa di calcificazioni nel punto di inserzione al calcagno (spine calcaneari), a borsiti retro-calcaneari o a fasciti plantari. Infine, vale la pena ricordare anche le fratture da stress, per prolungato carico scorretto o traumi ripetuti al calcagno».

Quali sono le possibili cure?
«Oltre alle misure opportune per contenere e risolvere il dolore, bisogna correggere l’eventuale vizio biomeccanico. Nel caso di dolore della fascia plantare e al tendine d’Achille ci si avvale di un intenso programma di stretching del polpaccio e della fascia plantare, di onde d’urto focalizzate e di calzature corrette, di plantari ed esercizi riabilitativi. Di recente si sono diffuse le infiltrazioni locali di PRP (Platelet Rich Plasma), concentrato di piastrine dello stesso paziente. Qualora il dolore al calcagno derivi da fenomeni cellulitici plantari, va ridotta l’attività fisica e il carico, e si può ricorrere ad antinfiammatori, talloniere morbide a guscio, calzature con contenimento del calcagno e tacco rialzato e ammortizzato. Infine, se si riscontra una frattura da stress, il trattamento richiede lo scarico del calcagno e quindi l’uso di stampelle, calzature ammortizzate per l’appoggio del piede e talloniere. A volte sono utili infiltrazioni con PRP. Sempre fondamentale è l’individuazione della causa che ha generato la frattura e la sua correzione».