I migranti vivono di più e si ammalano di meno

I circa 90 milioni di migranti e rifugiati presenti in Europa vivono più a lungo rispetto al resto della popolazione europea, si ammalano meno e fanno meno ricorso all’ospedale. Ma questo “vantaggio di salute tende a ridursi” col passare degli anni di permanenza nei paesi di arrivo. Mentre “il rischio di trasmissione di malattie infettive dalla popolazione migrante a quella europea risulta molto basso”. E’ quanto emerge dal Rapporto sulla salute dei rifugiati e dei migranti nella regione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), presentato oggi presso il Ministero delle Salute.
    Primo del suo genere, il Rapporto, prodotto con il contributo scientifico dell’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e il contrasto delle malattie della Povertà (INMP) fornisce un’istantanea della salute dei rifugiati e dei migranti nella regione sulla base dell’evidenza scientifica e, contemporaneamente, un quadro chiaro delle risposte al fenomeno dei relativi sistemi sanitari.

Molte malattie non trasmissibili, come obesità e diabete, tra i rifugiati e i migranti appena giunti, hanno tassi di prevalenza più bassi rispetto alla popolazione che li ospita, ma i due tassi iniziano a convergere man mano che aumenta la durata del soggiorno del migrante nel Paese. Tuttavia, i migranti mostrano incidenti nei luoghi di lavoro più frequenti rispetto ai cittadini residenti. Anche i risultati sulla salute materno-infantile mostrano esiti peggiori correlati alla gravidanza tra le donne migranti. Sono poi più esposti a depressione e sindrome da stress post traumatico, un problema che riguarda fino a 36% dei rifugiati e al 2% dei migranti. Inoltre, tra gli stranieri resta più alto il tasso di incidenza di malattie infettive, come Tubercolosi e Hiv, contratte spesso durante il viaggio o anche nei paesi di destinazione ma con “un rischio molto basso di trasmissione alla popolazione dei Paesi ospitanti”. Per quanto riguarda però la Tbc, l’80% dei casi di contagio, riguarda 18 paesi dell’Europa dell’Est; inoltre, nei Paesi Europei, solo il 30% dei nuovi casi viene notificato tra migranti o rifugiati.
   

Giulia Grillo, i dati dimostrano che non portano malattie 
“L’esame di circa 13.000 documenti sanitari provenienti dai Paesi della Regione Europea dell’Oms dimostrano che non c’è un aumento della trasmissione delle malattie infettive da parte della popolazione migrante”. Ha detto il ministro della Salute Giulia Grillo, a margine della presentazione italiana del Rapporto sulla salute dei rifugiati e dei migranti.

A volte abbiamo preconcetti sulla salute dei migranti, ma ora abbiamo concrete basi scientifiche per ridurre i miti a riguardo”. E’ il commento di Piroska Östlin, vicedirettore dell’OMS Europa in merito al Rapporto sulla salute dei rifugiati e dei migranti nella Regione Europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), la cui presentazione italiana si è tenuta oggi presso il Ministero delle Salute. (Ansa)