Illegalità nella sanità in Calabria, in arrivo il decreto: prevista anche anche la rimozione dei vertici

Il premier Giuseppe Conte ha condiviso la necessità di un decreto per affrontare e superare l’emergenza della Sanità calabrese, evidenziata dal ministro della Salute Giulia Grillo nell’incontro con il presidente del Consiglio da poco conclusosi a Palazzo Chigi.

Il decreto, si apprende, conterrà «misure forti» per il ripristino della legalità, fino alla rimozione completa delle figure apicali della sanità calabrese. Il decreto sarà pronto nei prossimi giorni.


Il decreto, hanno concordato Conte e il ministro della Salute, a quanto si apprende, conterrà misure “emergenziali temporanee ma decise”, con l’obiettivo di ripristinare la legalità e restituire ai cittadini il diritto alla salute.

Grillo si è dunque confrontata con il presidente del Consiglio, il quale ha recepito le indicazioni del ministero in merito all’emergenza calabrese. Nei prossimi giorni si lavorerà per finalizzare un testo condiviso del decreto, che sarà pronto a breve.
La sanità della Calabria è sempre più nella bufera. Oggi è arrivato lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, già commissariata nel settembre dello scorso anno dall’allora Commissario per il rientro dal deficit, Massimo Scura. Provvedimento motivato, fu scritto all’epoca nel relativo decreto, «dal perpetrarsi della grave situazione di cattiva gestione caratterizzata da un immobilismo amministrativo e gestionale che ha impedito la possibilità di mettere ordine nella situazione pregressa, addirittura aggravandola».
Ma un conto é l’”immobilismo amministrativo e gestionale”, ben altro é l’accertamento di condizionamenti nella gestione dell’Azienda sanitaria da parte della ‘ndrangheta. Lo scioglimento é stato disposto dal Consiglio dei Ministri sulla base della relazione della Commissione d’accesso antimafia nominata a suo tempo dal prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, su delega del ministro dell’Interno. La Commissione ha accertato «pesanti infiltrazioni mafiose» all’interno dell’ente, inviando una dettagliata relazione allo stesso Prefetto che l’ha poi trasmessa al ministro dell’Interno per le decisioni conseguenziali.

Un’iniziativa che s’inserisce, peraltro, nel percorso di legalità perseguito dal prefetto di Bari e nel cui contesto s’inquadra anche il risultato dei suoi sforzi in tal senso concretizzatosi proprio nei giorni scorsi: lo sgombero e lo smantellamento della baraccopoli per migranti di San Ferdinando, potenziale fattore di pericolo e di allarme.

Il ministro Grillo ha preso spunto dallo scioglimento dell’Azienda sanitaria per sottolineare il fatto che «il Governo non fa un passo indietro e continua il suo impegno per cambiare radicalmente la sanità calabrese, a dispetto di chi si avvantaggia di questa situazione».
Con l’aggiunta, sono sempre parole del ministro Grillo, che «il quadro in Calabria è veramente allarmante. Penso che il Decreto per la Calabria in questo momento sia una delle cose più urgenti che il Consiglio dei ministri dovrà approvare. Mi accingo a parlare col premier Conte proprio di questo. Con i miei commissari arrivo a valutare anche una situazione di disastro economico mostruoso. E dico questo perché tutte le aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria hanno chiuso i bilanci in negativo per decine di milioni di euro».
Parole che non lasciano dubbi di sorta sulla gravità della situazione della sanità in Calabria e sull’urgenza di provvedimenti concreti per sottrarre il settore ad ulteriori ruberie e gravi fenomeni d’illegalità. Tanto più che quello di oggi é il secondo scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’Azienda sanitaria di Reggio Calabria. Un analogo provvedimento era già stato adottato nel 2008 ma, evidentemente, quel primo scioglimento non era bastato per ricondurre definitivamente l’ente sui binari della legalità. «Tolleranza zero contro i clan da nord a sud», ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, commentando lo scioglimento dell’Azienda sanitaria reggina. Adesso la gestione dell’Asp reggina é stata affidata ad una Commissione composta dal prefetto Giovanni Meloni e dai dirigenti del Viminale Maria Carolina Ippolito e Domenico Giordano. E si può ben sperare che nell’ente potrà essere ripristinata, finalmente, la legalità tanto agognata. (Gazzetta del Sud)