4 Errori da evitare in Fisioterapia Sportiva

La fisioterapia sportiva è in assoluto uno degli ambiti più affascinanti per la nostra professione, nonché il settore di cui sono appassionato, assieme a quello della terapia manuale miofasciale.

Tuttavia lavorare nello sport significa anche esporre l’atleta ad un più alto rischio di danni in caso di errore terapeutico, in quanto l’esigenza del completo recupero fisico e il pesante sovraccarico sulle strutture corporee sono molto maggiori che nel paziente normale.

Chi lavora come fisioterapista dello sport, oltre ad essere molto qualificato, deve anche acquisire molta esperienza “sul campo” in modo specifico per la propria disciplina, in quanto i traumatismi e la tipologia di interventi richiesti variano notevolmente da uno sport all’altro.

Vi sono tuttavia alcune accortezze da tenere sempre alla mente, in modo da limitare al minimo gli errori.

Oggi vedremo 4 DEI PRINCIPALI ERRORI DA EVITARE nella fisioterapia sportiva: leggeteli con attenzione!

1) TRATTAMENTI RELAX PRIMA DELLA COMPETIZIONE

Sembra un’ovvietá, eppure ci sono ancora colleghi che poco prima della partita o della gara praticano tecniche che inducono una riduzione della fibrocontrattilitá. Un errato trattamento nel pre-gara può esporre l’atleta a un maggior rischio di lesioni muscolari e articolari, oltre a produrre una globale riduzione delle performance. Tecniche di sfregamento lento (profondo e superficiale), impastamento profondo, frizione, dondolio, rullata, sono assolutamente da evitare a pochi minuti dalla competizione e sconsigliati anche qualche ora prima. Tollerato lo skin-rolling, anche se personalmente non lo ritengo necessario. Prima della competizione è SEMPRE necessario eseguire un protocollo di warm-up con tecniche ad alta velocitá.

In molti sport è anche necessario effettuare un corretto bendaggio funzionale per proteggere le strutture maggiormente sollecitate, come ad esempio le caviglie nel Basket o i polsi nella Thay-Boxe.

2) TRATTAMENTI DECONTRATTURANTI A MENO DI DUE GIORNI DI DISTANZA DALLA COMPETIZIONE

In questo caso può sembrare meno ovvio, ma i trattamenti decontratturanti andrebbero eseguiti almeno 3 giorni prima delle competizioni. Questo perchè sono solitamente richieste 48 ore a seguito del trattamento per ripristinare la normofunzionalità muscolare e smaltire i cataboliti liberati a seguito dello stress manuale sui muscoli. Fare un decontratturante troppo vicino alla competizione può creare nell’atleta forti dolenzie muscolari e disfunzioni contrattili. Tecniche di sfregamento profondo, frizione profonda, shifting friction, deep side-friction, pressione ischemica sono da evitare. Consentito l’impastamento profondo anche ad alta intensità e le tecniche di scarico.

3) RESTRAIN A MENO DI UNA SETTIMANA DI DISTANZA DALLA COMPETIZIONE O PRIMA DI DUE GIORNI DOPO

Le tecniche di Restrain sono estremamente efficaci se utilizzate col paziente ortopedico classico e anche con lo sportivo. In questo secondo caso però è necessario rispettare attentamente un’accurata calendarizzazione dei trattamenti, in quanto il Restrain non può essere effettuato in corrispondenza delle competizioni. In particolare, considerando che la sequela post-infiammatoria del Restrain dura circa una settimana, tempo richiesto per una completa ricostruzione del retinacolo fasciale, non si può effettuare tale trattamento se non almeno sette giorni prima. Inoltre, l’accumulo di cataboliti del post-competizione rischia di alterare notevolmente la fondamentale indagine palpatoria, pertanto è sconsigliato il Restrain anche dopo la performance sportiva, se non sono passati almeno due giorni.

4) FARE “DIAGNOSI” DURANTE UN INTERVENTO DI EMERGENZA IN CAMPO

Durante un intervento di emergenza in campo, non vi è assolutamente tempo di mettersi a fare una diagnosi dettagliata. Bisogna agire in modo rapido, seguendo un protocollo procedurale preciso da riprovare più volte, in modo da automatizzarlo. L’unica diagnosi realmente utile in caso di atleta a terra è semplicemente la discriminazione tra un CRAMPO IN ACUTO e un evento traumatico che RICHIEDE L’UTILIZZO DEL PROTOCOLLO PRICE.

Una volta che l’atleta sarà fuori dal campo, avrete poi tempo di capire con calma cosa è successo e come intervenire nel modo migliore.

di Filippo Zanella – Fisioterapista e Docente di Terapia Manuale

[Fonte https://www.linkedin.com/pulse/4-errori-da-evitare-fisioterapia-sportiva-filippo-zanella]