Alluce valgo, esercizi post operatori

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Per alluce valgo si intende una deformazione delle dita dei piedi, caratterizzata dalla loro esposizione verso l’esterno. Entrando nel dettaglio, si tratta dello spostamento della base dell’alluce proprio all’esterno, mentre la testa tende ad avvicinarsi alle altre dita. I sintomi sono dolore e gonfiore e, in assenza del giusto trattamento, il disturbo può portare a problemi di postura.

Normalmente l’ alluce valgo è diagnosticato quando si hanno almeno 8 gradi d’angolo tra il primo e il secondo metatarso, ovvero tra l’alluce e il dito successivo. La conferma arriva sia dall’analisi obiettiva, con la rilevazione della sporgenza esterna, che con gli strumenti di radiografia.

Il primo approccio nel trattamento è solitamente la contenzione del disturbo, ad esempio con l’utilizzo di appositi plantari, con un percorso adeguato di fisioterapia e con una rieducazione alla camminata. In alcuni casi, tuttavia, lo specialista potrebbe consigliare un intervento chirurgico per la correzione definitiva. L’opportunità dell’operazione è sempre valutata dall’ortopedico e dal podologo e, come facile intuire, varia caso per caso. In linea generale, si procede quando l’alluce valgo riduce fortemente la qualità della vita, con dolore o difetti di postura, privilegiando gli esiti dell’intervento sulla salute anziché il semplice fine estetico. Per questo motivo, qualora si soffra del disturbo, è necessario rivolgersi a uno specialista: solo così potrà essere tratteggiato il percorso più idoneo per il proprio caso.

In caso ci si fosse sottoposti all’intervento, potrà essere utile seguire dei consigli per i primi giorni, quindi l’esecuzione di esercizi per riprendere la normale funzionalità del piede e delle articolazioni coinvolte. Così come già sottolineato nel paragrafo precedente, ogni caso è unico e non può prescindere dalla valutazione medica: è altamente sconsigliato lanciarsi nell’automedicazione o nell’assunzione di rimedi, anche naturali, senza adeguata prescrizione.

In linea del tutto generale, si possono innanzitutto seguire delle indicazioni di buon senso, per evitare di sforzare troppo il piede coinvolto a poche ore dall’intervento:

  • Non poggiare il piede a terra per 12-24 ore o, comunque, sempre nelle tempistiche fornite dallo specialista;
  • Già dal giorno successivo, salvo eccezione, si potrà tentare di mantenere la posizione eretta: per farlo, verranno consigliati degli appositi supporti per proteggere le articolazioni;
  • Avvalersi del supporto delle stampelle per il primo periodo, di durata variabile a seconda del soggetto, per assicurare stabilità al corpo, evitare cadute non volute e non sovraccaricare il piede.

Si dovrà quindi seguire il calendario di medicamenti previsti dall’ortopedico, dal controllo della ferita alla rimozione di punti e altri supporti chirurgici utilizzati, quindi indossare le speciali calzature che verranno consigliate. Terminata questa fase, variabile dai 30 ai 45 giorni, si preferiscano sempre scarpe morbide con imbottiture protettive delle dita, che non costringano il piede in movimenti innaturali. Sebbene il recupero sia fortemente individuale, normalmente si può tornare all’attività fisica non estremamente impegnativa – nuoto, passeggiate a passo sostenuto, stretching, yoga e quant’altro – dopo 60-90 giorni.

Per quanto riguarda gli esercizi utili alla riabilitazione, si dovrà seguire alla perfezione il programma impostato dal proprio fisioterapista. Sarà certamente consigliato camminare secondo le tempistiche previste, meglio se a piedi nudi o su un fondo sabbioso come la spiaggia, così come esercitarsi con la bilancia propriocettiva per recuperare il perfetto equilibrio. Sulla ginnastica da condurre a casa, ogni percorso di guarigione è a se stante e si basa sull’opinione dell’esperto. In linea generale, rimangono comunque validi gli allenamenti visti in fase pre-operatoria:

  • Pallina: in posizione eretta, si sfrutta una pallina morbida, da posizionare sotto la pianta del piede. Si muove quindi delicatamente l’arco, per percepire l’appoggio della pallina prima su tallone, poi su arco del piede e infine sulle falangi. In questo modo, si aiuterà a ritrovare la giusta sensibilità e si effettuerà una blanda sollecitazione passiva;
  • Muro: da supini, si alzano le gambe poggiando i piedi ben saldi su un muro. Si sollevano quindi leggermente partendo dal tallone, evitando di premere sulle falangi, si mantiene la posizione per un paio di secondi e si torna in quella di partenza. In questo modo, si stimolerà il naturale movimento delle articolazioni senza però sovraccaricarle con il peso del corpo;
  • Mano: da seduti, con le gambe rilassate e lievemente piegate, si muove in molto dolce con la mano l’alluce, sia verso il basso che verso l’alto, senza estendere eccessivamente e fermandosi in caso di dolore. L’esercizio passivo è utile per aiutare l’arto a ritrovare la sua naturale funzionalità.

[Fonte http://www.greenstyle.it/alluce-valgo-esercizi-post-operatori-quali-fare-115546.html]