Anca, non fatevi logorare: dimagrite e muovetevi bene

L’artrosi non è più solo una malattia tipica della terza età, ormai colpisce spesso anche le persone più giovani. Tra i fattori di maggior rischio per una precoce usura della cartilagine dell’articolazione coxo-femorale, la cavità destinata ad accogliere la testa del femore, l’eccessiva, intensa e prolungata attività sportiva. I più colpiti gli uomini quarantenni, ma fortunatamente nuove tecniche chirurgiche mininvasive artroscopiche aiutano a evitare, o almeno a ritardare, il ricorso alle protesi.

Si tratta di un processo degenerativo cronico che colpisce l’articolazione dell’anca. Una delle forme di artrosi più importanti, sia per la frequenza con cui si manifesta nella popolazione (secondo il Registro italiano artro-protesi sono oltre 90.000 le persone che ricorrono all’intervento di protesi d’anca), sia per la grave invalidità che ne può conseguire. L’usura della cartilagine produce uno sfregamento delle ossa che compongono l’articolazione, con conseguente dolore dapprima alla sola anca e successivamente all’inguine, ginocchio e talvolta gluteo. Via via aumenta la limitazione articolare, rendendo sempre più complessi anche le attività più comuni, come camminare, alzarsi dal letto o allacciarsi una scarpa. L’invecchiamento, come abbiamo già detto, gioca un ruolo preponderante, ma vi sono anche altri fattori che possono determinarne anticipatamente l’insorgenza della patologia anche a 30 – 40 anni, come il peso eccessivo e attività lavorative o sportive che arrecano pesanti sollecitazioni sull’articolazione.
Nel giovane, rispetto all’ artroprotesi che resta la soluzione migliore nell’ anziano, vanno considerati trattamenti alternativi di chirurgia conservativa, a cielo aperto, oppure in artroscopia. Quest’ultima è una tecnica di intervento innovativa che permette di correggere, in modo mininvasivo, le cause di dolore all’anca. L’intervento prevede 3 piccoli fori di circa 5 millimetri ciascuno per l’accesso di una minuscola video-sonda, che permette la visione globale dell’articolazione. In questo modo, il chirurgo è in grado sia di valutare de visu la causa del dolore, sia di intervenire per risolverla. I tempi di recupero sono di circa 2 mesi, e dopo 3-6 mesi è già possibile riprendere l’attività agonistica, sconsigliata in caso protesi”.
Il calo di peso è una priorità nei pazienti sovrappeso od obesi. Occorre, inoltre, evitare le posizione viziate e i carichi eccessivi e ripetuti. Fondamentale un programma di esercizi fisici specifici per rafforzare i muscoli e mantenere una certa mobilità dell’anca. Persino in caso di artrosi conclamata, un’attività fisica mirata, in cui l’articolazione non si trova cioè costretta a sopportare tutto il peso corporeo, è in grado di alleviare il dolore e di migliorare la mobilità dell’articolazione. La sedentarietà, al contrario, l’aggrava.
Gli esercizi che vi proponiamo sono essenzialmente di due tipi: di rinforzo e di allungamento muscolare.
Un’anca artrosica solitamente possiede una muscolatura debole. E’ dunque fondamentale effettuare un training d’allenamento di rinforzo muscolare che aiuti a recuperare tono.
Esercizio 1: sdraiati supini a gambe piegate, piedi a larghezza spalle e braccia lungo il corpo, alzate il bacino e tenetelo sollevato per 5 secondi, quindi ritornate alla posizione di partenza. Ripetete il movimento dieci volte, senza inarcare la schiena.
Esercizio 2: supini con una gamba piegata e l’altra tesa (quella dolorante), mettete sotto quest’ultima ad altezza ginocchio, un asciugamano arrotolato e schiacciatelo verso il basso. Mantenete la contrazione per 8 – 10 secondi, quindi rilassatevi. Ripetete l’esercizio dieci volte.
Esercizio 3: mettetevi sul fianco opposto alla gamba che vi fa male e sollevatela verso il soffitto. Ripetete il movimento almeno 10 volte.
– evitate il sovrappeso: se sottoposte a un carico di peso eccessivo, le articolazioni vanno incontro a degenerazione progressiva e quindi artrosi
– svolgete una moderata attività fisica: le articolazioni, se sollecitate eccessivamente da un’intensa attività sportiva, vanno incontro a usura, soprattutto in presenza di malformazione dell’anca;
– evitate di danneggiare le articolazioni: dopo i 40 anni, calcio, calcetto, rugby, corsa e tennis se praticati con grande frequenza, sono gli sport che più di altri tendono a danneggiare le articolazioni, perché richiedono movimenti in carico, ripetitivi e prolungati nel tempo;
– scegliete lo sport giusto: nuoto, bicicletta, golf, camminate, Pilates, yoga, cyclette e tapis roulant sono gli sport che mantengono in salute le articolazioni;
– evitate la sedentarietà: l’inattività porta all’irrigidimento dell’articolazione con conseguente dolore quando la si muove;
– mangiate sano: una dieta equilibrata, ricca di vitamine A, C, K, B12, Omega3, e povera in proteine animali, è l’ideale per mantenere sane le articolazioni, oltre a ridurre il rischio di sovrappeso;
– diminuite l’assunzione di alcool, caffè e sale: questa triade riduce l’assorbimento del calcio e favorisce la decalcificazione delle ossa lunghe, con aumento del rischio di osteoporosi, artrosi e fratture.
[Fonte http://www.gazzetta.it/Sport-Vari/Fitness/29-11-2014/anca-non-fatevi-logorare-dimagrite-muovetevi-bene-10088759543.shtml?refresh_ce-cp]

One thought on “Anca, non fatevi logorare: dimagrite e muovetevi bene

  1. non fatevi logorare, ma se si logora, affidatevi ai migliori!!
    in italia sono questi:
    M Massaro
    G Grappiolo
    a Toni
    F Falez

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