Farmaco anticancro falso, l’allarme dell’Oms: “Contiene solo paracetamolo”

ALL’APPARENZA sono indistinguibili: pasticche bianche come quelle originali, della stessa dimensione, forma, peso e aspetto. Ma nella realtà non contengono il ponatinib, farmaco inibitore multichinasico (della stessa famiglia del più noto glivec), ma paracetamolo. E poiché il ponatinib – nome commerciale Iclusig – è prescritto per la leucemia mieloide cronica e per la leucemia linfoblastica acuta, patologie nelle quali può salvare la vita, si capisce perché l’Organizzazione mondiale della sanità abbia lanciato un allarme globale sulle false pastiglie in circolazione. Chiunque si trovasse a possedere confezioni vendute nel mercato illegale, via internet e non solo, deve immediatamente riferire al proprio medico e comunque non assumere quelle compresse, che magari non sono tossiche, ma possono consentire alla malattia di progredire indisturbata mentre si pensa di assumere una cura talvolta straordinariamente efficace. Inoltre, per tutelare ulteriormente la salute dei pazienti, l’OMS ha reso noto che i produttori ufficiali, Takeda e InCyte, non c’entrano nulla e non sono in alcun modo coinvolti e che i numeri dei due lotti finora identificati sono PR072875 (pastiglie da 45 mg) e 25A19E09 (pastiglie da 15 mg), e ha messo sul sito anche le fotografie delle stesse e delle loro confezioni.

Stando a quanto reso noto, sembra che i primi casi siano stati segnalati in Svizzera; da lì, dopo diverse verifiche, le autorità hanno riferito all’OMS, che ha ritenuto opportuno avvertire tutti i paesi. Il caso presenta alcune particolarità, come il fatto che l’unico ingrediente isolato è appunto paracetamolo, mentre di solito, nei farmaci contraffatti, si trova un po’ di tutto; anche per questo le indagini saranno particolarmente scrupolose, al fine di individuare eventuali officine farmaceutiche illegali responsabili della realizzazione delle compresse.

Il riscontro di antitumorali falsi sul mercato illegale o comunque non controllato non è un fenomeno frequente (si scoprono per lo più antimalarici e antibiotici), anche perché in molti paesi queste sostanze possono essere date solo in ospedale (così è in Italia per il ponatinib), e questo restringe molto il numero dei potenziali acquirenti. Ma non è neppure inesistente: negli ultimi anni sono stati scoperti diversi farmaci per il tumore al seno, alla prostata e per alcuni tipi di leucemie che erano per lo più imitazioni inattive di terapie date per il mantenimento, cioè dopo la fase più acuta delle cure, e quindi da assumere a casa, spesso per anni e spesso per via orale.

Ora però – hanno sottolineato diversi esperti e lo stesso capo della vigilanza dell’OMS Michael Deats – il fenomeno potrebbe essere in crescita, a causa dell’aumento esponenziale del prezzo di alcuni antineoplastici. Nel caso specifico, una confezione regolare di ponatinib in Italia costa al pubblico 9.820 euro, in Gran Bretagna 5.000 sterline e negli Stati Uniti, paese dove sempre più spesso i pazienti oncologici non coperti da assicurazione od obbligati a contribuire alle spese (con il cosiddetto copayment) non possono permettersi le cure, 13.500 dollari (ovvero 450 dollari a pastiglia). Per questo alcuni malati cercano di comprarlo attraverso canali ufficiali, e lo stesso – a quanto sembra – hanno cercato di fare alcune farmacie.

L’OMS ha poi voluto ribadire che in tutti i paesi esistono diversi modi per riuscire ad avere la terapia necessaria per curare il proprio tumore anche senza rovinarsi economicamente: ricorrere al mercato cosiddetto parallelo non dovrebbe mai essere tra questi.