I diritti di chi soffre di ernia lombare

(di Chiara Pezza) – Per ernia lombare si intende una patologia caratterizzata da degenerazione del disco intervertebrale, cioè di quella “struttura anatomica” della colonna vertebrale che è posta tra una vertebra e l’altra , ed ha la funzione di ammortizzatore tra i corpi vertebrali e di stabilizzatore della colonna vertebrale.

Il processo patologico inizia con una “discopatia”, cioè con perdita di funzionalità del disco intervertebrale, che diminuisce in altezza a seguito di degenerazione delle strutture che lo compongono. Sotto l’azione di forze compressive costituite dalle vertebre, il disco intervertebrale degenerato protrude (termine che significa “si sporge”) in modo sempre più evidente dai bordi del corpo vertebrale, il più delle volte posteriormente: si parla in questo caso di protrusione discale. Tale situazione può ulteriormente evolvere con l’erniazione del disco, cioè la fuoriuscita – dalle strutture che lo contenevano – del disco intervertebrale, che può comprimere le strutture nervose del canale spinale.

Le ernie del disco lombari vengono distinte in base:

  • al livello del disco intervertebrale erniato: ad esempio, “L4 – L5” significa che è erniato il disco intervertebrale compreso tra la vertebra lombare numero 4 e la vertebra lombare numero 5 (le ernie del disco L4 – L5 ed L5 – S1 sono di gran lunga quelle più comuni);
  • alla posizione dell’ernia all’interno del canale vertebrale (mediana, paramediana, intraforaminale, extraforaminale).

Ernia lombare: chi colpisce e come si manifesta

L’ernia lombare interessa soprattutto soggetti tra la terza e la quinta decade di vita.

Ha diversi fattori predisponenti, quali: condizioni genetiche predisponenti, patologie preesistenti, posture errate protratte nel tempo, movimentazione dei carichi errata, debolezza muscolare, peso eccessivo.

Esordisce generalmente con un episodio acuto di lombalgia (cioè mal di schiena): il dolore può propagarsi lungo la gamba fino al ginocchio e al piede (lombosciatalgia, lombocruralgia). Si associano anche parestesie (formicolii) e deficit di forza.

La diagnosi si basa sull’anamnesi (ovvero la raccolta dei sintomi lamentati dal paziente), sull’esame clinico del paziente. La RMN (risonanza magnetica nucleare) è l’esame d’elezione per la diagnosi di ernia lombare.

Ernia lombare: terapia

Per i casi di ernia lombare non esiste una terapia in grado di ripristinare la posizione originaria del disco intervertebrale.

Il primo approccio terapeutico ad un’ernia discale lombare è conservativo: comprende il riposo, una terapia farmacologia con farmaci antiinfiammatori, antidolorifici, cicli di FKT (fisiochinesiterapia).

L’intervento chirurgico è indicato in presenza di compressione nervosa con sintomatologia che non regredisce a seguito della terapia farmacologica e fdella fisioterapia.

Ernia lombare: diritti e costi

Chi soffre di ernia lombare si vedrà prescitta una terapia dal medico curante, come abbiamo detto: in tal caso, i farmaci e la fisiochinesiterapia sono a carico del servizio sanitario nazionale, sempre a seconda delle limitazioni previste nei nuovi Lea (livelli essenziali di assistenza).

Ci sono inoltre differenti ipotesi che – a seconda della situazione della persona – possono verificarsi quando un paziente è affetto da ernia lombare, e riguardano l’assenza da lavoro per malattia, la domanda all’Inail per infortunio sul lavoro o malattia professionale, e la domanda per ottenere l’invalidità civile.

Per quanto riguarda la difficoltà o impossibilità di prestare attività lavorativa se affetti da questa patologia, in presenza di un quadro clinico acuto il paziente – lavoratore può assentarsi da lavoro per malattia. Il periodo di tempo di assenza per malattia è stabilito dal medico curante. Le terapie necessarie sono a carico del servizio sanitario nazionale.

Se il quadro clinico acuto si è manifestato a causa e nello svolgimento dell’attività lavorativa, il medico curante farà denuncia all’Inail di infortunio sul lavoro.

La terapia e gli accertamenti clinici sono a carico dell’istituto (Inail). Una volta terminato il periodo di assenza da lavoro per infortunio, l’istituto valuta gli eventuali esiti (ernia discale del tratto lombare con disturbi trofico-sensitivi persistenti: riconoscimento fino al 12%), e riconosce al paziente la relativa riduzione della capacità psicofisica.

Nei casi in cui la diagnosi di ernia lombare possa essere ricondotta all’attività lavorativa svolta (per esempio, lavoratori sottoposti a MMC – movimentazione manuale dei carichi – oppure autisti), il medico curante può fare domanda all’INAIL di malattia professionale. L’istituto valuta la riduzione della capacità psicofisica (ernia discale del tratto lombare con disturbi trofico-sensitivi persistenti: riconoscimento fino al 12%).

L’Inail riconosce quindi la riduzione della capacità psico-fisica dovuta a ernia lombare in una percentuale massima del 12%. Se l’istituto riconosce tale riduzione fino al 12%, il paziente avrà diritto ad un indennizzo in conto capitale (cioè una cifra una tantum) in relazione alla percentuale di riconoscimento.

Poichè tale percentuale non supera il 16%, che è il valore che indica la percentuale minima richiesta dall’Inail per erogare una rendita (cioè una cifra mensile), tale rendita non sarà dovuta.

Per quanto riguarda l’invalidità civile, l’ernia lombare non risulta tabellata. Nel caso in cui il paziente venisse sottoposto ad intervento chirurgico di stabilizzazione del rachide lombare, la patologia può essere ricompresa “per analogia” nel codice 7010 (anchilosi di rachide lombare) con una percentuale di riconoscimento del 31 – 40%.

Contro i giudizi espressi dalle commissioni di invalidità civile ed Inail (per quanto riguarda infortuni sul lavoro e malattie professionali) è possibile fare ricorso ed essere patrocinati gratuitamente da un patronato. I patronati sono persone giuridiche di diritto privato che svolgono un servizio di pubblica utilità quali strutture di assistenza e tutela dei cittadini e dei lavoratori, le cui attività di consulenza, informazione e assistenza vengono prestate indipendentemente dall’affiliazione del soggetto richiedente all’organizzazione promotrice e, salvo espresse eccezioni, sono erogate gratuitamente.

Il consulente medico del patronato potrà poi intervenire a tutela del lavoratore, nel valutare i postumi di invalidità permanente (per poter contestare l’eventuale interpretazione restrittiva dell’Inail), nel richiedere il riconoscimento della giusta percentuale di invalidità, e nel motivare il nesso di causalità tra l’infortunio e la malattia professionale e l’attività lavorativa svolta. (Laleggepertutti.it)