Come imparare a respirare meglio

respirazione3

La respirazione è composta da due fasi: l’inspirazione e l’espirazione.

Nella prima fase, ovvero quella dell’inspirazione, il muscolo del diaframma si abbassa, il torace aumenta di volume, i polmoni si espandono, consentendo così all’aria di raggiungere gli alveoli polmonari. È, quindi, una fase attiva.

Nella seconda fase, ovvero quella dell’espirazione, i muscoli respiratori si rilassano, consentendo l’espulsione dell’aria. È, quindi, una fase passiva.
Se s’impiega tutta la muscolatura respiratoria, i volumi d’aria spostati si possono aumentare.

L’aria che viene inalata deve passare per un percorso ben preciso, prima di arrivare ai polmoni: entra dal naso, passa attraverso le fosse nasali, poi bocca, faringe, laringe e trachea, per arrivare ai bronchi e, infine, ai bronchioli. Se si respira dal naso, e non dalla bocca, l’aria arriva ai polmoni riscaldata, umidificata e depurata.

Durante la respirazione, all’interno del torace entra in media mezzo litro di aria. Gli atti respiratori compiuti in un minuto si aggirano dai 12 ai 16.

Dopo un intervento chirurgico, è sempre importante riuscire a riprendere una respirazione ottimale, al fine di diminuire il più possibile i dolori e prevenire le possibili complicanze. Per raggiungere questo scopo, ci si può affidare alla riabilitazione respiratoria, che velocizza la risoluzione dei problemi respiratori acuti.

È consigliabile nei casi d’interventi alle zone addominali e toraciche, quando l’apparato circolatorio è stato coinvolto, anche se in modo marginale.
Per prima cosa, bisogna rendersi conto del modo in cui siamo abituati a respirare. Se per esempio coinvolgiamo, inconsapevolmente, anche le spalle, il collo, gli arti superiori, le energie che vengono coinvolte sono troppe e si sprecano, peggiorando le cose.

La posizione non dovrà mai essere supina, ma semi sdraiata, magari appoggiati sulla schiena.
La respirazione deve avvenire attraverso il naso, lentamente e dandole una certa profondità; trattenere il respiro per 3 secondi e poi espirare attraverso le labbra, molto lentamente.

I 3 secondi sono fondamentali affinchè l’aria possa raggiungere gli alveoli polmonari, che fanno parte della sede terminale bronchiale. Da lì, l’aria inspirata arriva al sangue e lo ossigena.

Passata questa prima fase, si può cambiare tipo di espirazione. Le labbra andranno aperte leggermente di più, dovranno assumere la forma della O e da lì dovrà uscire l’aria inalata.

In questo passaggio, le secrezioni si dirigeranno naturalmente verso l’alto, senza ostruire le vie respiratorie.

Un’altra tecnica che è consigliabile imparare, è chiamata “huffing”, ovvero, tossire. Con la glottide aperta, si espira 2/3 volte senza prendere fiato nel frattempo, finendo con un colpo di tosse.
In questo modo, le secrezioni potranno venire rimosse senza che le vie aeree subiscano un restringimento.

Grazie ai suggerimenti dati dal fisioterapista, il paziente che deve tossire e teme di aggravare la sua situazione, potrà contenere il dolore, attraverso l’uso corretto delle proprie mani oppure con delle fasce, dei cuscini o delle cinghie.

Sono dei semplici accorgimenti che consentono al paziente appena operato di ritornare alla propria condizione ottimale, sia fisica che psicologica, di ripulire le vie aeree, di favorire il drenaggio del muco e la disotturazione delle basse vie respiratorie, di migliorare la distribuzione dell’aria inspirata.

Gli interventi chirurgici portano a uno stremo sia fisico che psicologico, non tutte le persone sono in grado di affrontare allo stesso modo delle operazioni e delle lunghe degenze in ospedale, alcuni si fanno prendere dall’ansia e il più delle volte ne risente anche la respirazione.

Soprattutto durante una malattia, o durante la riabilitazione, i pazienti hanno maggior bisogno di capire che la tensione e lo stress sono cose passeggere, che possono venire debellate anche grazie a una corretta respirazione. Non aiuta certo avere perennemente un’espressione preoccupata o incupita, in più, con alti livelli di stress e ansia, aumentano anche il battito cardiaco e la pressione.

In quei momenti il respiro si presenta affannoso e corto, portando alle volte a un’eccessiva sudorazione. L’aria sembra mancare e i respiri non sembrano mai sufficienti a riempire i polmoni.

Il disagio che si prova nel respirare in modo faticoso, in termini medici, è chiamato dispnea. È una vera e propria fame d’aria, sembra di non riuscire mai a respirare in modo adeguato.

Le cause che possono portare a questa patologia sono diverse, vediamone alcune:

  • insufficienza aortica;
  • bronco pneumopatia cronica ostruttiva: è una patologia che riguarda principalmente i bronchi che, a causa di una sovrapproduzione di catarro, si ritrovano ostruiti. Le cause si possono ritrovare tra l’inquinamento atmosferico o il tabagismo. Nel caso in cui riguardasse i polmoni, si parla di dispnea, enfisema e tosse catarrale;
  • sindrome coronarica: porta a dei forti dolori al petto, con difficoltà di respirazione, un dolore al braccio sinistro e pesantezza sullo sterno;
  • asma;
  • ernia iatale: è una dilatazione dello sfintere cardias, che fa da tramite tra l’esofago e lo stomaco. La difficoltà respiratoria è dovuta al fatto che il materiale trasportato dall’intestino, ricco di succhi gastrici, si blocca e di conseguenza non accelera il passaggio respiratorio;
  • bronchite e polmonite: i bronchi e i polmoni si infiammano a causa di infezioni virali o batteriche, oltre al respiro affannoso, sarà presente anche febbre alta, tosse, oppressione e dolore al petto;
  • miastenia gravis;
  • pressione bassa: oltre al respiro affannoso, si può avvertire battito accelerato, tremori, svenimento, sudorazione fredda, giramenti di testa;
  • tumori: l’albero bronchiale subisce una parziale ostruzione, oppure c’è la presenza di liquido a livello pleurico o polmonare;
  • allergie: di solito il respiro affannoso è accompagnato da un sibilo. L’apparato respiratorio subisce una bronco costrizione, da qui la difficoltà a respirare;
  • obesità: le apnee notturne sono molto frequenti tra le persone obese, causate dall’eccessivo peso corporeo che blocca le vie nasali superiori;
  • altitudine: a causa della rarefazione dell’aria, la quale contiene minore quantità di ossigeno;
  • fumo: irrita le vie respiratorie;
  • gravidanza: l’utero aumenta col passare dei mesi, comprimendo la vena cava inferiore e il diaframma;
  • sforzi eccessivi: sotto sforzo il corpo richiede maggior apporto di ossigeno;
  • ansia;
  • stress;
  • sclerosi laterale amiotrofica: provoca un’insufficienza ventilatoria, con affanno e respiro corto, a causa della malattia che colpisce la muscolatura dell’apparato respiratorio.

Ecco alcuni esercizi per aiutare le persone sottoposte a ansia a respirare meglio:

  • Per 4 secondi inspirare dal naso
  • Per 4 secondi trattenere il respiro
  • Per 4 secondi espirare l’aria
  • Per 4 secondi fare una pausa e inspirare nuovamente

Ripetere l’esercizio per almeno 10 volte consecutive. Questo tipo di esercizio aiuta a combattere l’ansia e lo stress, infonde tranquillità e leggerezza.

  • Supini a terra, inspirare portando il ginocchio destro al petto e tenerlo stretto con entrambe le mani
  • Espirare appiattendo la pancia e tenendo il petto sollevato
  • Inspirare premendo sul ginocchio il petto che andrà ulteriormente ad aprirsi
  • Espirare liberando il ginocchio, appoggiando la gamba a terra e allungando le braccia ai lati del busto
  • Ripetere lo stesso esercizio con la gamba sinistra

Eseguire l’esercizio tre volte per gamba.

  • In posizione seduta, appoggiare la mano destra sulla pancia e la sinistra sul petto
  • Respirare lentamente e profondamente
  • La mano deve seguire sempre il movimento della pancia durante le due fasi della respirazione, la mano sinistra non si deve muovere dal petto

Questa è la respirazione diaframmatica, che permette di eliminare, in 5/10 minuti, tutte le tensioni e di alleggerire gli stati di ansia.
È importante capire che ansia e stress, in forme più o meno pesanti, ci accompagneranno per tutta la vita. Purtroppo, ci sono cose che non possiamo controllare, l’unica cosa è lasciare andare e tutto si sistemerà. (Pazienti.it)