La microchirurgia salva la schiena [FISIOTERAPIA E RIABILITAZIONE]

L’80% degli italiani soffre o soffrirà di lombosciatalgia nell’arco della propria vita con un tasso di incidenza annua del 10%. É la causa principale di astensione dal lavoro e la più frequente di visite mediche. Si avverte un dolore che dalla regione lombare si irradia ad uno od entrambi gli arti inferiori sul decorso del nervo sciatico. Il dolore può essere l’unico sintomo o accompagnarsi a turbe della sensibilità, come formicolio o intorpidimento, o perdita di forza a carico dell’arto interessato. Le cause alla base di tale manifestazione clinica possono essere molteplici, ma il comune denominatore è rappresentato da una compressione di una o più radici nervose a livello della colonna lombare. Tale compressione può causare la sola irritazione del nervo con conseguente dolore (lombosciatalgia) oppure, nei casi più gravi, determinare una sofferenza del nervo con deficit neurologici che impediscono di sollevare la gamba e di spostarla.«Tra le cause di una sindrome lombosciatalgica, l’ernia del disco lombare e la stenosi spinale lombare rappresentano le patologie più frequenti», afferma Claudio Ferlinghetti, neurochirurgo bresciano, collabora alla scuola di specialità della clinica neurochirurgica degli Spedali Civili di Brescia ed oggi si occupa della chirurgia della colonna vertebrale alla Clinica Humanitas Gavazzeni di Bergamo. «Quando il sintomo predominante è il dolore, il trattamento conservativo rappresenta la prima scelta. Se al termine di 2 mesi di trattamento il paziente non avvertisse alcun beneficio o un miglioramento clinico soddisfacente, trova indicazione l’intervento chirurgico che è necessario sempre in caso di grave deficit neurologico. Obiettivo dell’intervento aggiunge Ferlinghetti – è rimuovere la causa che determina la compressione delle strutture nervose all’interno del canale spinale, rappresentata da materiale discale nel caso di un’ernia del disco o da un’ipertrofia legamentosa o artrosi articolare nel caso di una stenosi spinale. È oggi possibile ricorrere alla microchirurgia, cioè avvalersi del microscopio per l’intervento». Quali i vantaggi della microchirurgia? «Minima invasività con piccole incisioni cutanee, elevato ingrandimento fino a nove volte, massima illuminazione del campo chirurgico, minimo danno della muscolatura e minime perdite ematiche, rispetto delle strutture legamentose ed articolari. Tutto questo significa abbattimento dei rischi e delle complicanze e massima sicurezza per il paziente che il giorno stesso dell’intervento può alzarsi e dimesso in seconda giornata post-operatoria. Dopo un mese il paziente torna a svolgere la propria attività lavorativa». Ferlinghetti si è formato all’università di Brescia, poi a Digione con il dottor Jean-Philippe Lemaire, un pioniere della colonna. «Nel trattamento chirurgico dell’ernia discale lombare la microchirurgia precisa Ferlinghetti – rappresenta ormai lo standard, è nella cura della stenosi spinale lombare che la microchirurgia ha apportato notevoli vantaggi rispetto all’intervento standard di laminectomia. La stenosi spinale lombare è una patologia tipica degli anziani, caratterizzata da un restringimento progressivo del canale spinale lombare. Grazie alla microchirurgia è oggi possibile ottenere una decompressione del canale spinale sovrapponibile alla classica laminectomia con la differenza di essere molto meno demolitiva e destabilizzante».

[Fonte http://www.ilgiornale.it/news/salute/microchirurgia-salva-schiena-1236092.html]