Se la pianta del piede va a fuoco

(del Dott.Sergio Migliorini per Runnersworld) – Il neuroma di Morton è una delle tante cause di metatarsalgia, quel dolore che si manifesta sotto le dita del piede, dove i metatarsi si articolano con le falangi. Normalmente questa condizione si presenta al terzo spazio intermetatarsale, mentre raramente interessa gli altri spazi.
A livello delle teste metatarsali il nervo interdigitale passa plantare a livello del legamento intermetatarsale. Durante la spinta nella corsa o nel cammino, la flessione dorsale delle dita può comprimere e allungare il nervo sotto il legamento intermetatarsale con il risultato d’irritare, ingrossare il nervo (neuroma) e comprimerlo. A dispetto della “terribile” definizione, si tratta quindi di una patologia benigna, anche se molto dolorosa!
Fattori favorenti sono l’uso di scarpe strette sull’avampiede o di tacchi alti nelle signore, mentre nei runners è sotto accusa l’iperpronazione che flette dorsalmente il 3° metatarsale rispetto al 4°, favorendo il traumatismo del nervo durante lo stacco delle dita dal terreno.
Anche l’alluce valgo (o ipermobile) può determinare una formazione callosa sotto le teste metatarsali, incrementando le pressioni intermetatarsali.
Più facilmente il neuroma si presenta negli avampiedi che “hanno ceduto” nella volta anteriore che si è appiattita. Anche le infiammazioni (sinoviti) delle articolazioni intermetatarsali possono causare la compressione del nervo.
L’uso di scarpe consumate o superleggere, infine, è un errore che può costare caro.

COME SI MANIFESTA

Il runner riferisce un dolore neuropatico (bruciante) che s’irradia fra le dita tra il 3° e il 4° spazio, e che aumenta correndo, camminando e nell’accovacciamento. Il nervo è solo sensitivo e quindi non ci sono problemi motori. In alcuni casi il dolore è anche notturno.
Molte volte compare invece per la prima volta con un cambio di scarpe o dopo aver camminato scalzi. Normalmente togliere la scarpa allevia subito il dolore, mentre la pressione sullo spazio intermetatarsale lo incrementa, così come lo squeeze test, che consiste nel comprimere i metatarsi contemporaneamente dai due lati del piede.
La diagnostica differenziale va fatta verso le fratture da stress dei metatarsi (che sono frequenti), le sinoviti o le sublussazioni delle articolazioni intermetarsali, le borsiti, le tenosinoviti dei tendini estensori e flessori delle dita.

…E COME VA TRATTATO

Normalmente la diagnosi radiologica consiste nell’esecuzione della radiografia e dell’ecografia dell’avampiede. In alcuni casi bisogna richiedere anche la RMN da confrontare con l’ecografia.
Spesso però la diagnosi è clinica, perché la diagnostica radiologica non aiuta in tantissimi casi a distinguere fra le varie cause del dolore. Non si deve comunque pensare che il riscontro di un neuroma all’ecografia sia sinonimo d’intervento chirurgico: molti neuromi sono asintomatici e in questo caso non devono essere operati.
Il trattamento consiste nella scelta corretta delle scarpe da running e di tutti i giorni, nell’assunzione di antiinfiammatori in caso di sinoviti o tenosinoviti, nell’applicazione del ghiaccio. Le solette antishock o un ortesi plantare possono scaricare le teste metatarsali e sono spesso utili. Dev’essere aumentata la flessibilità del tricipite surale e del tendine d’achille con giornaliere sedute di stretching. In alcuni casi, è efficace l’applicazione di sedute di laser ad alta potenza, così come le infiltrazioni dello spazio intermetatarsale.
Quando le terapie non hanno garantito alcun risultato dopo almeno 6 mesi è indicato procedere all’intervento chirurgico di asportazione del neuroma. A parte i primi 15 giorni post intervento, la ripresa dell’attività sportiva in scarico (nuoto e ciclismo) e quindi della corsa (dopo almeno 45 giorni dall’intervento) sono immediate. È consigliabile fare esercizi di prensione con le dita e di automassaggio della muscolatura del piede.