Operarsi al menisco dopo i 65 anni? Non ne vale la pena

Gli esercizi e la fisioterapia darebbero gli stessi risultati, eppure molti pazienti scelgono il bisturi per alleviare i dolori al ginocchi. Nel 2015 negli Stati Uniti sono stati effettuati 122mila interventi di meniscectomia parziale artroscopica in persone con più di 65 anni di età che beneficiano del programma di assicurazione Medicare. E, secondo numerosi studi, sarebbero proprio loro, le persone non più giovani, a trarre meno benefici dall’operazione al menisco.

Per i ricercatori della Johns Hopkins School of Medicine di Baltimora il divario tra le evidenze scientifiche e l’attuale prassi ortopedica merita di essere approfondito. Da qui è nato lo studio appena pubblicato su Jama Surgery che indaga sulla popolarità della meniscectomia parziale artroscopica (Apm), la procedura chirurgica più diffusa nel mondo effettuata con lo scopo di rimuovere la sola parte lesionata del menisco. L’efficacia della Apm in pazienti anziani con lesioni degenerative del menisco era stata messa in discussione nel 2014 dallo studio Fidelity (Finnish Degenerative Meniscal Lesion Study) secondo il quale l’operazione non assicurava benefici superiori a quelli della fisioterapia. Le prove a favore dell’intervento chirurgico si ottengono solamente per un ristretto numero di pazienti con lesioni acute da trauma che generalmente riguardano pazienti giovani che, dato non trascurabile, non beneficiano dell’assicurazione Medicare.

«Il nostro studio – ha dichiarato alla Reuters Martin Makary autore senior dello studio – dimostra che la procedura resta estremamente comune in pazienti anziani. Eppure i suoi benefici sono limitati a un numero piccolo di pazienti che generalmente sono più giovani».

I ricercatori hanno notato che i due terzi delle operazioni al ginocchio vengono condotte con lo scopo di rimuovere solamente la parte lesionata del menisco senza intervenire sui legamenti o sulla cartilagine. E ciò accade indipendentemente dall’esperienza del chirurgo. Tra i medici che hanno al loro attivo un gran numero di interventi al ginocchio, il 13 per cento non ha mai svolto un lavoro di riparazione aggiuntivo quando ha eseguito una meniscectomia parziale artroscopica.

I ricercatori ammettono di non avere  dati sufficienti per comprendere come mai così tanti pazienti anziani scelgano di sottoporsi a un’operazione che molto probabilmente non risolverà i loro problemi.

È possibile che tanto i dottori quanto i pazienti ignorino le recenti pubblicazioni scientifiche che dimostrano la mancanza di efficacia dell’intervento. Oppure, ipotizzano gli scienziati, è possibile che pur conoscendo i dati, siano in disaccordo sulla loro interpretazione. Infine c’è chi si convince di essere l’eccezione che conferma la regola, il caso particolare in cui l’operazione effettivamente possa essere risolutiva.

«Nonostante le prove – ha detto alla Reuters Jonas Bloch Thorlund, ricercatore i medicina dello sport alla University of Southern Denmark che non è coinvolto nello studio – continua a esserci una forte convinzione tra i chirurghi e i pazienti che l’intervento chirurgico sia efficace».

Non si può negare che molti pazienti dopo l’intervento stiano effettivamente meglio. Ma ciò potrebbe dipendere dall’effetto placebo, da un naturale miglioramento oppure da un fenomeno noto in statistica come “regressione verso la media”: il livello di dolore misurato alla prima visita si riduce con il tempo mantenendosi  a valori medi.

In conclusione, i ricercatori invitano i pazienti con lesioni degenerative del menisco a sottoporsi a sedute di fisioterapia e a una dieta per perdere peso. Restando lontani dalla sala operatoria.