RIABILITAZIONE PROTESI D’ANCA

L’intervento elettivo di protesi d’anca viene praticato principalmente allo scopo di alleviare il dolore, la rigidità e la deformità causate da patologie che colpiscono l’articolazione dell’anca. Le più comuni sono:
– Coxartrosi
– Artrite reumatoide
– Necrosi della testa femorale
– Fratture

Protesi Cementata
La protesi viene inserita nel canale femorale, dopo averlo riempito con cemento acrilico, che ha la funzione di colmare lo spazio fra la superficie protesica e la corticale femorale. Analogamente si procede con la componente cotiloidea. Questo impianto risulta immediatamente stabile, per questo il paziente (se non vi sono controindicazioni), può caricare sull’arto operato già pochi giorni dopo l’intervento.

Protesi Non Cementata
Nella protesi non cementata il cotile e lo stelo protesico vengono fissati mediante avvitamento o inserimento a pressione nelle cavità opportunamente preparate. Tale ancoraggio biologico richiede alcune settimane poiché la stabilità dell’impianto migliora nel tempo con la crescita dell’osso; è quindi comprensibile come non sia permesso camminare con carico completo nell’immediato periodo postoperatorio.
Nell’ immediato post-operatorio è necessario suggerire al paziente quali sono le posture migliori da assumere, quali gli esercizi da eseguire e con quali precauzioni mantenere trofici i segmenti non interessati dal trauma. Effettuare variazioni  posturali frequenti e l’adozione di presidii anti decubito, onde evitare  lesioni ulcerose da pressione. Evitare  posture declivi, applicare la crioterapia, tecniche manuali di linfodrenaggio o bendaggi elastici e ginnastica  vascolare, preverranno stasi venose e linfatiche.

IL RIPOSO A LETTO
Durante i primi mesi dopo l’intervento si consiglia di:
– non dormire sul fianco dal lato operato
– non flettere il busto in avanti per rimboccarsi le coperte
– non ruotare all’interno l’arto operato.

La riabilitazione dopo l’intervento di protesizzazione ha come obiettivi il recupero della forza muscolare, dell’articolarità, della coordinazione e dello schema del cammino, tanto più difficili da ottenere quanto più la situazione dell’arto era compromessa prima dell’intervento.

VI SONO 4 MOVIMENTI DA EVITARE PER NON COMPROMETTERE LA STABILITÀ DELLA PROTESI (pericolo lussazione del femore):
1) chinarsi a raccogliere oggetti a terra con il ginocchio dell’arto operato esteso
2) chinarsi in avanti quando si è seduti
3) accavallare le gambe
4) sedersi su sedili bassi con l’anca eccessivamente flessa.