Riprendere a camminare con la cyberterapia, la riabilitazione passa dalla realtà virtuale

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IRCCS Auxologico Italiano di Milano dove si sperimenta la Telepresenza immersiva virtuale (Tiv) e vengono attuati programmi virtuali a scopi terapeutici.

Un ‘gioco’ terapeutico.

Come funziona. Sperimentare la cyberterapia nelle Cave assomiglia davvero ad un gioco. Su tre schermi e sul pavimento vengono riprodotti ambienti domestici ed esterni (come una città o un supermercato) generati dal computer e con i quali il paziente può interagire utilizzando un joystick. Il paziente indossa un paio di ciabatte, necessarie per non rovinare lo schermo a pavimento, e mette gli occhialini dove sono posizionati dei sensori, realizzati con una stampante 3D, che inviano al computer centrale i dati di posizionamento e navigazione; a questi se ne possono aggiungere altri, come il battito cardiaco e la pressione, sfruttando i classici strumenti di misurazione. Poi il paziente impugna il joystick che gli serve per muoversi e prendere le cose. Così può esercitarsi ad orientarsi per strada oppure a seguire la lista della spesa, tutti compiti che per un paziente affetto da demenza senile o che ha subito un ictus non sono più semplici come prima della malattia. Al suo fianco c’è sempre un tutor che spiega come muoversi nell’ambiente e i compiti da effettuare, una sorta di gamification che dovrebbe portare a risultati concreti nel medio e lungo periodo.

Le sedute. Durante le sedute, che durano circa 45-60 minuti ciascuna e sono condotte da un terapista occupazionale, da un fisioterapista o da uno psicologo, il paziente, insieme al terapeuta, si muove e svolge semplici compiti e attività della vita quotidiana.

Per quali disturbi. A quale categoria di paziente può essere d’aiuto la cyberterapia? “Questa tecnologia è stata sperimentata in principio per curare i disturbi di ansia dei soldati americani reduci di guerra” chiarisce Giuseppe Riva, direttore in Auxologico del Laboratorio di Tecnologia Applicata alle Neuroscienze che studia da vent’anni la Realtà Virtuale e vanta il più cospicuo numero di pubblicazioni al mondo. “Ora l’attenzione verso la Cybertherapy nasce dall’esigenza di trovare soluzioni d’avanguardia in ambito psicologico-riabilitativo”. Ecco perché è indicata per i pazienti affetti da disturbi cognitivi nelle fasi iniziali, disturbi motori conseguenti a ictus o malattia di Parkinson, disturbi psicologici come ansia, fobie o stress.

Chi ne usufrusice.ha paura del pubblico oppure si può far fare una camminata virtuale in città a chi soffre di attacchi di panico. Esistono anche software con programmi specifici per la gestione della respirazione e quindi delle problematiche legate all’ansia ma anche all’insonnia.

[Fonte http://www.repubblica.it/salute/medicina/2016/07/04/news/cyberterapia_come_curarsi_con_la_realta_virtuale-143398107/]