Sclerosi multipla: mangiare verdure dimezza il rischio di ricadute

No ai grassi, sì alle verdure. Le universali regole della corretta alimentazione valgono ancora di più per i bambini e ragazzi con sclerosi multipla.

Perché, secondo quanto riportato sul Journal of Neurology Neurosurgery & Psychiatry, una dieta ricca di grassi aumenta del 56 per cento il rischio di ricadute per i piccoli pazienti. E i grassi saturi fanno ancora peggio triplicando le possibilità di riacutizzazione della malattia. Al contrario, un menu dipinto di verde con tanta insalata, zucchine e broccoli, può dimezzare le probabilità di ricadute.

Nella lista dei fattori di rischio noti per la sclerosi multipla ci sono condizioni genetiche e ambientali, le infezioni da virus Epstein Barr, il fumo di sigarette, bassi livelli di vitamina D. Finora la dieta ne era rimasta fuori. Ma il sospetto che l’alimentazione avesse un ruolo nelle manifestazioni della sclerosi multipla è nato osservando che il tasso di ricadute tra i bambini è maggiore che negli adulti. Sarà perché i più piccoli non amano le verdure?

I ricercatori hanno analizzato la dieta di 219 bambini provenienti da 11 centri specializzati per la sclerosi multipla negli Stati Uniti. Ognuno di loro aveva ricevuto la diagnosi prima dei 18 anni e aveva manifestato sintomi della forma recidiva-remittente o la sindrome clinicamente isolata per meno di 4 anni.

Tutti i piccoli partecipanti allo studio hanno risposto a un questionario sulle abitudini alimentari, indicando precisamente la quantità e la frequenza con cui avevano assunto una serie di cibi e di bibite durante un periodo di osservazione di una settimana. Le condizioni neurologiche sono state monitorate tra una ricaduta e l’altra per poco meno di due anni.

Nel corso dell’osservazione, il 42,5 per cento dei bambini è andato incontro alla riacutizzazione della malattia. Dall’analisi del questionario è emerso che la qualità dell’alimentazione ha avuto un peso sul decorso della sclerosi multipla. Un aumento del 10 per cento delle calorie provenienti dai grassi era associato a un incremento del 56 per cento del rischio di ricadute. I grassi più pericolosi sono quelli insaturi: quando il loro consumo aumenta del 10 per cento le probabilità di ricadute si triplicano. (healtdesk.it)