Un altro neonato morto a Brescia: è il quarto caso. I Nas in ospedale

Continua la terribile sequenza di neonati morti agli Spedali Civili di Brescia: un altro piccolo nato prematuro è deceduto sabato a poche ore dalla nascita, nel reparto di terapia intensiva neonatale dov’era stato ricoverto subito dopo il parto, portando così a quattro le morti sospette nel giro di una sola settimana. «Aveva una malformazione congenita alla trachea incompatibile con la vita», ha però spiegato ad Adnkronos Salute il presidente della Società italiana di neonatologia (Sin) Fabio Mosca, spiegando di aver sentito i colleghi del reparto di Terapia intensiva neonatale bresciano. Sulla vicenda, dopo il Ministero della Salute e la Regione Lombardia, vuole vederci chiaro ora anche la Procura, che ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo ancora senza indagati. Il pm Corinna Carrara, titolare del fascicolo, ha già ricevuto la cartella clinica di Marco, il terzo neonato morto sempre sabato per una sepsi – di cui, nonostante i molteplici esami microbiologici eseguiti, ancora non si conoscono le cause – contratta nello stesso reparto: anche gli altri due neonati morti dall’inizio dell’anno erano stati in stanza con lui.

Il blitz dei Nas

I carabinieri dei Nas, inviati dal ministro Giulia Grillo, sono arrivati lunedì mattina agli Spedali per raccogliere la documentazione relativa ai quattro decessi avvenuti in meno di una settimana: hanno acquisito il materiale e lo hanno messo a disposizione della Procura di Brescia che sta valutando come procedere. I medici escludono epidemie in atto e sostengono che gli eventi non sono legati: «I quadri clinici rimandano a condizioni di malattia differenti», affermano. L’unico collegamento tra i quattro bimbi è che versavano tutti in «condizioni critiche», sia per il basso peso registrato alla nascita che per altre patologie. L’autopsia sul corpo di Marco, aggravatosi all’improvviso dopo aver accusato uno choc settico il 29 dicembre, è stata rinviata a martedì (è stata invece effettuata l’autopsia sulla prima bambina morta e domani potrebbero essere eseguite anche quelle sui due piccoli morti sabato) per consentire alle parti di nominare i propri consulenti. La madre, disperata, chiede «verità». Intanto «L’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) di Brescia, ha avviato oggi, su mandato della Direzione generale Welfare della Regione Lombardia, una commissione d’inchiesta che avrà il compito di accertare (entro 30 giorni) cause ed eventuali responsabilità dei fatti occorsi».

I precedenti

Anche lo scorso agosto un neonato prematuro morì agli Spedali di Brescia, contagiando il gemello e altri 8 piccoli pazienti: l’infezione batterica contratta in ospedale culminò in uno choc settico, nonostante le cure intensive e gli antibiotici ad ampio spettro. Il reparto neonatale chiuse le accettazioni e fu indagato tutto il personale. Ad aprile una bimba di 4 anni perse la vita per le complicazioni sopraggiunte a un’otite mal curata, e anche allora partirono gli ispettori da Roma.

Il comunicato degli Spedali Civili

In serata, la Direzione degli Spedali Civili ha ribadito e sottolineato come i quattro decessi avvenuti negli ultimi giorni presso il Reparto di Terapia Intensiva Neonatale, «non siano riconducibili ad una medesima causa né siano la conseguenza un focolaio epidemico». 
Il primo decesso, risalente al 30 dicembre, si è verificato in una condizione di prematurità estrema (nascita alla 27esima settimana di gestazione e peso di 980 grammi), a causa di una enterocolite necrotizzante (complicanza tipica dei prematuri) insorta dopo circa venti giorni dalla nascita e che, nell’arco di meno di 48 ore, ha portato la piccola alla morte. 
Il 4 gennaio scorso si è registrato il secondo decesso in neonato grave prematuro (nascita alla 26esima settimana di gestazione e peso di 940 grammi), nato in altro ospedale il 30 novembre e successivamente trasferito presso il reparto TIN per enterocolite necrotizzante con perforazione intestinale. Nonostante gli interventi chirurgici e il trattamento intensivo a cui è stato sottoposto, è subentrata grave insufficienza respiratoria con indici di flogosi in rialzo e riscontro radiologico di addensamenti polmonari bilaterali. Il quadro generale è andato progressivamente peggiorando fino a causare il decesso del piccolo. 
Il terzo decesso del 5 gennaio scorso è avvenuto in neonato prematuro (nato alla 30esima settimana di gestazione e piccolo per età gestazionale, peso alla nascita di 1130 grammi, e come i due precedenti nato da taglio cesareo urgente).
Dopo le criticità dei primi giorni di vita (pneumotorace iperteso drenato, ventilazione assistita e supporto emodinamico con inotropi), seguiva un transitorio miglioramento delle condizioni generali sino al 29 dicembre, quando si registrava un nuovo peggioramento della dinamica respiratoria, unitamente ad un quadro di shock settico, complicato da disfunzione multiorgano, quadro esitato nel decesso il 5 gennaio. 
In relazione al quarto neonato (nato alla 35esima settimana) si conferma che è deceduto presso la TIN, poco più di due ore dopo il parto, per una gravissima malformazione congenita delle vie aeree superiori. Quest’ultimo caso è stato dichiarato “non di interesse” da parte dell’Autorità Giudiziaria, mentre i casi che si sono verificati tra il 4 e il 5 gennaio saranno sottoposti ad autopsia giudiziaria. Entrambi questi due decessi sono subentrati con quadri di infezione in corso, ma tra loro non correlati. Oltre agli accertamenti avviati dalla Autorità Giudiziaria, sono in corso, ad oggi, due indagini coordinate da ATS Brescia, relative da un lato alla gestione clinica dei 3 casi, e dall’altro al funzionamento generale del Reparto. La ASST tutta ribadisce la sua partecipazione e vicinanza alle famiglie dei piccoli. (Corriere della sera)