Boom di neuropatie periferiche, ma evitare il dolore è possibile

L’8 per cento della popolazione adulta over 50, oltre quattro milioni di individui in Italia, soffre di neuropatie periferiche, una gamma di patologie che comprende polineuropatie, lombosciatalgie, cervicobrachialgie e sindromi da intrappolamento, con conseguenti astenia, debolezza, perdita della sensibilità tattile e disestesie, cioè sensazioni spiacevoli che talora sono dolorose. In Italia e più in generale nel mondo occidentale, la neuropatia diabetica è la più diffusa. Le neuropatie periferiche creano ai pazienti problemi che influiscono direttamente sulla qualità della vita, che precipita ulteriormente con l’insorgenza del dolore. Quando quest’ultimo diventa cronico, si va verso situazioni fisiche spesso invalidanti. Se in un recente passato era inevitabile l’intervento chirurgico, specialmente in presenza di una sindrome da intrappolamento dolorosa, oggi per combattere il dolore e intervenire su cause e sintomi, i neurologi si affidano sempre più spesso alla Lac (l-acetilcarnitina), promettente arma farmacologica per il suo duplice meccanismo d’azione neurotrofico e antidolorifico. Lo ha confermato il Forum On Perifheral Neuropathies svoltosi a Praga nei giorni scorsi, che ha visto riuniti oltre 200 specialisti internazionali in neurologia, ortopedia, fisiatria e reumatologia.

Noi neurologi abbiamo oggi armi farmacologiche e applicazioni strumentali, che possono ridurre il dolore, in particolare abbiamo a disposizione farmaci che si sono rivelati molto utili per alcune categorie di pazienti. Sono farmaci di più recente applicazione che attivano un meccanismo completamente diverso. Ad esempio, l-acetilcarnitina, che agisce sulla trasmissione del neurotrasmettitore glutammato, riducendone la dismissione, quindi diminuendo l’impatto sulle sinapsi che trasmettono e cronicizzano il dolore.
Le neuropatie periferiche sono spesso associate al dolore perché c’è un coinvolgimento specifico di quelle fibre che servono a trasmettere l’impulso doloroso. Quando queste fibre, che noi chiamiamo piccole, perché hanno un calibro sottile, sono coinvolte, determinano una sintomatologia varia che spesso è dolorosa. A volte acuto, altre volte sordo e prolungato. Nelle neuropatie periferiche ci sono processi infiammatori che coinvolgono anche le fibre più grandi, quelle mielinizzate, con fenomeni che si trasmettono in periferia attraverso sensazioni anomale che noi chiamiamo parestesie e disestesie, anche esse spesso dolorose. Il ruolo della prevenzione resta fondamentale, quindi per le neuropatie in generale lo stile di vita è importante. Se pensiamo che le neuropatie diabetiche sono le più frequenti di tutte, un corretto regime alimentare può prevenire la loro insorgenza. Se, invece, pensiamo alle neuropatie da intrappolamento, spesso professionali, la prevenzione consiste nell’evitare determinati movimenti, rifuggire dalla sedentarietà, non assumere determinate posture che possono accelerare la loro manifestazione. (Sanità24)