Fisioterapisti e un po’ psicologi: i benefici degli interventi motivazionali

I fisioterapisti che trattano disturbi muscoloscheletrici sono consapevoli dei benefici che si possono ottenere incorporando nella propria attività degli interventi di tipo psicologico, ma non si sentono abbastanza preparati per gestire al meglio questo aspetto. È questo il risultato di una revisione della letteratura condotta da studiosi inglesi della University of Hull, che hanno identificato sei studi focalizzati su questo argomento.

Prima di tutto, l’analisi ha confermato che i fisioterapisti muscoloscheletrici, svolgendo la propria attività, si imbattono molto spesso in pazienti con problematiche psicologiche. I disturbi identificati e documentati in pubblicazioni scientifiche nelle persone che si sottopongono a riabilitazione sono di diverso tipo, ma a prevalere sono ansia e stress: secondo gli autori della revisione potrebbe dunque produrre buoni frutti l’integrazione di interventi psicologici nella pratica fisioterapica. E in effetti non mancano esempi documentati di interventi psicologici attuati dai fisioterapisti, particolarmente nella tecnica del goal setting, la definizione ottimale degli obiettivi utilizzata spesso in ambito sportivo per aumentare la motivazione negli atleti o la coesione di gruppo, ma anche particolarmente adatta a pazienti che devono raggiungere progressivi traguardi nel percorso di riabilitazione.
Si tratta però di un approccio che i fisioterapisti utilizzano in modo spesso intuitivo e le cui tecniche sono raramente impiegate in modo consapevole e standardizzato: forse proprio per questo i risultati ottenuti appaiono molto variabili. Applicato in ambito clinico il goal setting deve confrontarsi con difficoltà specifiche, prima di tutto quella di riuscire a coinvolgere il paziente in modo convinto ed efficace nel processo di guarigione. È anche la tecnica psicologica in cui maggiormente si manifesta il desiderio di imparare da parte dei fisioterapisti. Ma in generale i ricercatori evidenziano, nei programmi di formazione professionale, la mancanza di una formazione sugli aspetti psicologici che potrebbero potenziare le competenze dei fisioterapisti. Riferendosi alla situazione britannica, gli autori ricordano che prima degli anni Ottanta gli insegnamenti psicologici erano del tutto assenti dai curricula forniti agli studenti in fisioterapia; successivamente la British Psychological Society ha proposto un set minimo di contenuti da inserire negli insegnamenti. Tuttavia la maggior parte degli atenei mostra tuttora numerose carenze, tanto che i fisioterapisti, almeno nel Regno Unito, si sentono sostanzialmente inadeguati a un compito sempre più percepito come necessario.
[Fonte http://www.orthoacademy.it/fisioterapisti-un-psicologi-benefici-interventi-motivazionali/]