Imola, riabbraccia i suoi cani in ospedale prima di morire. “E’ stata una bella cosa”

A volte il buon senso è più forte delle regole. Così, scrive l’Ausl, «il signor Elvio ieri ci ha lasciato, ma siamo lieti di essere riusciti ad esaudire il suo desiderio di trascorrere qualche minuto con Piero e Gilda, i suoi amati cani, che venerdì scorso sono venuti a salutare il loro padrone in ospedale». «Ci sono regole e procedure da rispettare – sottolinea l’Ausl – ma umanizzare l’ospedale è anche questo e crediamo che debba essere fatto. Grazie agli operatori che si sono impegnati per questo piccolo ma importante gesto, a Maurizia Donattini e ai famigliari di Elvio che ci hanno spronati ed aiutati a fare del nostro meglio».

«È stata una cosa veramente carina. Li voleva vedere tanto – dice Maurizia Donattini – lui che diceva di volere morire a casa». Il suo babbo Elvio Donattini i suoi cani li amava moltissimo, e potere godere della loro vista anche solo per poco lo deve avere fatto sentire circondato da tutti i suoi cari, nella sua casa. Poi Elvio è volato in cielo, e nel suo cuore c’erano le immagini di Piero e Gilda, i suoi cani, che scondinzolavano sul suo letto d’ospedale, grazie a una serie di ok e nulla-osta innescati da un’idea delle infermiere del reparto. «Devo dire grazie a tutte le infermiere, tanto carine, al reparto – sottolinea Maurizia Donattini – e al dottor Nigro, che seguiva mio padre in Lungodegenza».

«Per avere tutti i documenti necessari all’ingresso dei cani in ospedale – spiega la Donattini – occorrono forse quattro-cinque giorni. Bisogna avere l’ok del medico veterinario, quindi ci deve essere il libretto sanitario dei cani completo, una vaccinazione specifica che copre il cane per quindici giorni, poi occorrono un’assicurazione sugli animali, che devono entrare con la museruola, un guinzaglio di un metro e mezzo e i sacchetti per eventuali necessità (ma loro sono abituati a stare in casa e non c’è stata alcuna emergenza). Bisogna infine avere l’ok del medico che ha in carico il paziente e quello della Direzione sanitaria».

«Mio padre, dopo una vita passata lavorando (anche troppo, tanto che noi in casa eravamo preoccupati) si è sentito male una prima volta a fine ottobre dello scorso anno – racconta ancora Maurizia Donattini –. Eravamo a raccogliere castagne dalle parti di Castel del Rio. Poi il ricovero e l’intervento a Villa Maria, pian piano però è andato calando, fino all’ictus, che lo ha semiparalizzato. Ma voleva tornare a casa, voleva morire a casa, diceva, e abbiamo pensato di portarvelo per Natale, ma è stato impossibile». Così la famiglia e il personale del reparto si sono attrezzati per portare in ospedale un po’ della sua casa: Gilda e Piero.

«Ho saputo della legge della Lombardia che consente di seppellire in una cassa distinta e vicina a te il tuo animale di famiglia – aggiunge la Donattini – Sarebbe una cosa bellissima saperli lì vicini per sempre, e poterlo fare anche qua, perché a Imola c’è un sacco di spazio. Perchè, sa, a volte gli animali sono meglio delle persone». E su Fb, Maurizia Donattini ha postato parole piene di affetto per il babbo e i ringraziamenti per l’ospedale: «Grazie di tutto, anche se ieri ci ha spezzato il cuore. Speriamo che tanti altri malati possano provare la stessa emozione che ha provato mio babbo poter avere i suoi cani vicino per un po’. So che lo abbiamo reso tanto felice, perché anche loro fanno parte della nostra bella famiglia». (Il Resto Del Carlino)