La Triade Infausta: crociato anteriore, collaterale mediale e menisco mediale

Uno dei legamenti più frequentemente coinvolto nei traumi distorsivi del ginocchio è il Legamento Crociato Anteriore ma capita che anche a seguito di un infortunio banale si rompano più strutture insieme.

Come appunto nel caso della citata e temutissima: triade infausta, riporta il Dott. Prof. Luca Tomaello per sprintesport.it

Si tratta di lesioni complesse che devono essere gestite sia dal punto di vista chirurgico che riabilitativo in centri specializzati.

In strutture dove si eseguono pochi interventi di questo tipo, capita che le lesioni di altri legamenti non vengano riconosciute e non vengano curate con  fallimento ed impossibilità di ritornare al livello pre-infortunio.

Quindi, la valutazione di un trauma al ginocchio che coinvolge almeno due legamenti (infortuni complessi), è importantissima.

Quasi tutte le lesioni complesse del ginocchio coinvolgono sia il Legamento Crociato Anteriore (LCA) e/o il Legamento Crociato Posteriore (LCP) e almeno uno dei due legamenti laterali.

Un gran numero di lesioni combinate del LCA e del LCM possono essere trattate con la riabilitazione per consentire al LCM di guarire prima di operare per effettuare una ricostruzione del LCA.

Mentre le lesioni gravi del LCM (grado 3 o 4) associate alla rottura del LCA richiedono una ricostruzione chirurgica combinata.

La letteratura non è chiara sul fatto di effettuare una ricostruzione di questi legamenti in due interventi tempi separati o di eseguire la ricostruzione chirurgica in un tempo solo.

Generalmente la tendenza attuale è di eseguire una ricostruzione legamentosa multipla in un solo tempo (cioè nello stesso intervento chirurgico) anche se ovviamente è molto più difficile.

Il trattamento riabilitativo post chirurgico è cruciale e prevede una prima fase di controllo del gonfiore e recupero dell’articolarità (in primo luogo l’estensione) e di ripresa dello schema del passo, essenzialmente svolta in piscina.

Si può iniziare la fase di recupero della forza dei quadranti d’anca, gluteo del quadricipite, in catena cinetica chiusa e successivamente aperta, flessori, adduttori e intrarotatori di ginocchio.

Questa fase della riabilitazione termina col superamento del test isocinetico (la differenza di forza tra i 2 arti deve essere < 20% almeno).

Superato il test isocinetico si passa all’ultima fase del recupero della gestualità sul campo, non prima di aver effettuato un test di soglia metabolica che evidenzia lo stato di salute e le frequenze cardiache allenanti.

Parallelamente al lavoro sul campo è necessario effettuare il Test di analisi del movimento (MAT) nella Green Room, che permette di evidenziare oggettivamente schemi motori errati e potenzialmente pericolosi durante movimenti codificati.

Solo attraverso questo tipo di test si può completare il trattamento di guarigione e lavorare sulla prevenzione del re-infortunio.

Il paziente è dimesso solo dopo aver effettuato tutti e 3 i test e aver recuperato il 100% della forza.

Dagli ultimi dati UEFA la prognosi per tornare ad allenarsi con la squadra è di 6 mesi e mezzo, per disputare la prima partita ufficiale devono passare 7 mesi e mezzo.