LO STRETCHING POSTURALE (O GLOBALE ATTIVO)

La tecnica dello stretching posturale ( o globale attivo) si basa sull’allungamento delle catene muscolari. Richiede un apprendimento guidato ben preciso prima di poterlo eseguire autonomamente. L’elasticità di ogni singolo muscolo è strettamente legata a tutti i muscoli appartenenti alla stessa catena muscolare. La tecnica dello stretching globale attivo consiste nel mantenere, per alcuni minuti specifiche posture, facendo ben attenzione a eliminare attivamente tutti i compensi, così da consentire l’allungamento stabile (deformazione elastica) dell’intera catena muscolare interessata.

Lo stretching globale attivo trae i suoi principi dalla Rieducazione Posturale Globale, metodo del “Campo Chiuso”, creata da Philippe E. Souchard. L’importanza di questo sistema è che non agisce sul singolo gruppo muscolare ma nella globalità del corpo. Secondo la teoria del creatore di questo sistema, quando eseguiamo un esercizio di stretching classico su un muscolo (o un gruppo muscolare), otteniamo una parte di allungamento delle fibre interessate e una parte di allungamento che viene preso a “prestito” da altri gruppi muscolari. In altre parole, quando si allunga un muscolo, altri gruppi muscolari devono cedere la propria tensione per permettere l’allungamento del muscolo in questione. Tale meccanismo darà una falsa mobilità al muscolo. Questo sistema fa comprendere che ogni volta che si mette in funzione un determinato muscolo, si crea un movimento nell’intera struttura e da ciò si capisce che la struttura dell’uomo è organizzata in catene muscolari. Uno dei principi fondamentali, sfruttati dallo stretching globale attivo, è la globalità che prevede, quindi, l’interessamento di tutti i segmenti del corpo nello stesso momento attraverso la realizzazione di particolari posizioni che evolvono in maniera dolce e progressiva, con l’interessamento della respirazione, verso una posizione finale di massimo allungamento. Un’altra caratteristica necessaria è costituita dalla partecipazione “attiva” dei distretti muscolari interessati dallo stiramento attraverso la contrazione isotonica-eccentrica, ricercandone così il rilasciamento riflesso.

È importante ricordare che qualsiasi sistema di stretching si stia attuando, la respirazione deve essere normale e tranquilla. Non bisogna mai trattenere il respiro durante un esercizio di allungamento. Lo scopo di una corretta respirazione è importante perché una buona ossigenazione attenua lo stato di tensione dell’atleta fino a portarlo ad uno stato di equilibrio delle sue funzioni fisiologiche e quindi anche del tono muscolare. La posizione deve permettere una corretta respirazione. Se la posizione mantiene il muscolo in un’eccessiva tensione è probabile che la respirazione diventi affannosa o difficoltosa, in questo caso è importante diminuire la tensione finché la respirazione non diventerà naturale. La concentrazione deve essere sia sulla respirazione, sia sull’esercizio che si sta attuando.

Apporta benefici sul sistema muscolare e tendineo (aumento flessibilità e elasticità, miglior movimento, in alcuni casi diminuisce la sensazione di fatica, può prevenire traumi muscolari ed articolari), sulle articolazioni (attenua le malattie degenerative, stimola la “lubrificazione” articolare, mantiene “giovani” le articolazioni, rallentando la calcificazione del tessuto connettivo), sul sistema cardiocircolatorio e respiratorio (diminuisce la pressione arteriosa. favorisce la circolazione, migliora la respirazione, aumenta la capacità polmonare), sul sistema nervoso (sviluppa la consapevolezza di sé, riduce lo stress fisico, favorisce la coordinazione dei movimenti, è rilassante e calmante).