Nella valvola aortica senza bisturi: al Civile di Brescia curati 500 pazienti

tavi

A Brescia la vita s’allunga. Possono testimoniarlo 500 persone. All’Ospedale Civile è stato eseguito il cinquecentesimo impianto percutaneo di valvola aortica Tavi: acronimo che sta per Transcatheter Aortic Valve Impiantation (Impianto valvolare aortico transacatetere).

Ecco un nuovo successo e per di più tanto recente che i risultati di Brescia sono subito stati pubblicati dalle più autorevoli riviste scientifiche internazionali di cardiologia. In breve è questo un trattamento indicato per tutti i pazienti con stenosi aortica i quali, per varie ragioni, non potrebbero sopportare un intervento chirurgico. Un trattamento destinato in genere a persone anziane o con diverse malattie come diabete mellito, fibrillazione atriale eccetera. Confortanti i risultati odierni, dopo i lunghi esperimenti iniziati nel lontano 2007 ed in diverse città. Il Civile di Brescia è stato uno fra i primi quattro ospedali italiani ad aderire al progetto ed impegnarsi. In genere, in Italia, pochi pazienti venivano inizialmente sottoposti a questo trattamento. Presto però la fase pionieristica è stata superata, con il progredire delle conoscenze – studi clinici ed esperienza su quasi trecentomila pazienti – e grazie poi alla tecnologia migliorata. Attualmente la procedura Tavi s’ è affermata come trattamento standard per i pazienti affetti da stenosi valvolare aortica severa. E proprio i risultati -500 pazienti non sono campionatura insignificante – permettono ai medici di affermare come sia stata individuata la strada giusta. Quindi da continuare.

In parole spicce ecco in che consiste il trattamento. Attraverso un’arteria periferica è possibile impiantare una protesi valvolare biologica all’interno della valvola aortica, che risulta marcatamente ristretta e calcifica. La valvolina, a vederla, sembra un bocciolo di fiore. Un secondo modello, tutto un intreccio filamenti, ricorda invece un minuscolo elegante calice. Microscopici strumenti che ridanno la vita ripristinando perfettamente la funzione della valvola aortica. In sala di emodinamica, accanto al paziente, ci sono il medico emodinamista e l’anestesista. In alcuni casi anche il chirurgo vascolare cardiaco. Il primo obiettivo consiste nell’ evitare, per quanto possibile, una soluzione invasiva. Pertanto nella maggior parte dei casi – la casistica sulle 500 persone salvate lo conferma – la piccola valvola viene inserita e quindi posizionata attraverso un’arteria dell’inguine. Solo quando risulta impossibile utilizzare questa via d’accesso, allora si procede attraverso un’arteria della spalla che viene isolata dal chirurgo vascolare. In alternativa attraverso una piccola incisura che viene praticata nello sterno o torace. In questo caso, terzo membro dell’equipe è il cardiochirurgo.

A scegliere la procedura da seguire sono più figure – il cosidetto heart team – cardiologo clinico, ecocardiografista, radiologo, cardioanestesista, chirurgo vascolare, cardiochirurgo, emodinamista. Ora a parlare sono gli eccellenti risultati di Brescia e delle altre città. Ridotta la mortalità a 30 giorni, valutata negli ultimi 18 mesi: attestata sull’1 %. La strada è ampiamente tracciata. Oggi, in collaborazione con la Cardiologia è aperto un nuovo ambulatorio. Ha due compiti: effettuare i controlli post impianto (tel. 0303995564) e offrire una prima valutazione dei pazienti che potrebbero avere questo trattamento. La sfida attuale riguarda la sostenibilità economica di questa cura, che appare efficace anche in una fascia di pazienti con un basso profilo di rischio operatorio.

[Fonte http://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/16_maggio_17/nella-valvola-aortica-senza-bisturi-civile-brescia-costanzo-gatta-c1c7dfa6-1c0a-11e6-86d1-c1e2db24bea0.shtml]