Sclerosi Multipla: un normale antistaminico favorisce la rimielinizzazione

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Un comune farmaco antistamico, chiamato clemastina, si è dimostrato efficace nel favorire la rimielinizzazione nei pazienti affetti da sclerosi multipla (SM). I risultati dello studio sono stati presentati nel corso del Meeting Annuale 2016 dell’American Academy of Neurology (AAN), a Vancouver. Gli scienziati, che per 150 giorni hanno messo a confronto clemastina rispetto ad un placebo in 50 pazienti con SM e neuropatia ottica demielinizzante, si sono detti soddisfatti ma prudenti.

Clemastina ripristina una parte della mielinizzazione

“Una buona mielinizzazione del nervo – spiega il primo autore dello studio, Ari Green, direttore medico presso l’University of California San Francisco (UCSF) – permette al segnale di viaggiare più velocemente. In una fibra amielinica, ad esempio, il segnale viaggerebbe alla velocità di 1 m/s. Al contrario, una fibra mielinizzata potrebbe trasmettere il segnale a una velocità di circa 100 m/s, ovvero 100 volte più velocemente. La demielinizzazione, come si è visto nella neurite ottica correlata alla Sclerosi Multipla, può ritardare la trasmissione da 30 a 50 ms. La clemastina sembra essere in grado di ripristinare una parte di tale perdita”.

Lo studio si è focalizzato esclusivamente sul nervo ottico

Grazie a questo studio i ricercatori hanno capito che è possibile riparare le lesioni alle cellule nervose. “Ci è stato insegnato che il cervello non è in grado di autoripararsi – evidenzia Green – ma i nostri risultati suggeriscono che questo non è vero. Ciò potrebbe avere conseguenze per molte altre malattie neurodegenerative così come per la SM”. Lo studio, hanno ammesso gli scienziati, si è focalizzato esclusivamente sul nervo ottico ma, con molta probabilità, quanto dimostrato dai test, avverrebbe in tutto il sistema nervoso centrale. “Stiamo utilizzando questa impostazione come metodo per testare il principio di rimielinizzazione – ha aggiunto il responsabile dello studio -. Il nervo ottico è un ovvio punto di partenza in quanto è logisticamente più accessibile”.

Serve ancora molta cautela

Lo scienziato ha comunque voluto frenare i facili entusiasmi, invitando i pazienti con SM a non sottoporsi a trattamenti auto-prescritti. “Nel caso avessero deciso di testare il farmaco – precisa Green – è bene richiedere la supervisione di un medico e valutare l’arruolamento in uno studio clinico”. La strada da percorrere è ancora lunga ma il passo compiuto da Green e colleghi sembra di quelli importanti. Prossimamente il team intende effettuare altri studi, con un maggior numero di pazienti trattati e per periodi di tempo più lunghi, così da confermare i risultati attuali. In particolare, essendo la clemastina un anticolinergico, occorrerà verificare che non provochi alcun peggioramento di alcuni dei sintomi tipici della SM, quali difficoltà cognitive, esitazione urinaria o costipazione.

 [Fonte http://notizie.tiscali.it/scienza/articoli/antistaminico-favorisce-rimielinizzazione-sclerosi-multipla/]