Recuperare il linguaggio attraverso il midollo spinale

LA RIABILITAZIONE del linguaggio passa anche dal midollo spinale. Uno studio, come riporta Valeria Pini per Repubblica, potrebbe mettere in discussione il paradigma dell’emisfero sinistro del cervello come unico depositario della funzione della parola. Pensiamo e parliamo con il cervello, mentre il midollo spinale – l’altro componente del nostro sistema nervoso centrale – è deputato al controllo di movimenti che eseguiamo senza pensarci, come camminare, sederci, muovere una mano e tanti altri che compiamo ripetutamente ogni giorno. Ma uno studio apparso questa settimana su Frontiers of Neurology e realizzato dalla Fondazione Santa Lucia Irccs di Roma con l’Università di Napoli Federico II e l’Università degli Studi e l’Asst Santi e Paolo di Milano, potrebbe mettere in discussione questa evidenza scientifica.

pazienti afasici hanno perso l’uso del linguaggio per cause come l’ictus. A seguito della lesione dell’emisfero sinistro del cervello che è sede della funzione del linguaggio, la persona non è più in grado di comprendere il significato delle parole. Le terapie cercano di attivare aree sane dell’emisfero sinistro o aree omologhe dell’emisfero destro, nel tentativo di recuperare il più possibile la funzione andata persa. L’ipotesi dello studio realizzato dall’équipe della professoressa Paola Marangolo in collaborazione con il professore Alberto Priori è stata invece quella di agire sul midollo spinale con la stimolazione transcutanea spinale a corrente diretta, associata a un trattamento del linguaggio per il recupero di verbi e sostantivi e a una settimana di trattamento associata invece a stimolazione placebo. La stimolazione del midollo spinale per venti minuti al giorno ha portato a un miglioramento del linguaggio, ma non nell’uso di qualsiasi parola, ma solo dei verbi. E proprio il fatto che il midollo spinale sia deputato a funzioni di movimento sarebbe la spiegazione di questo effetto selettivo.

La stimolazione. “La stimolazione è stata applicata attraverso elettrodi posizionati sulla schiena all’altezza dell’undicesima e della dodicesima vertebra toracica – spiega Priori, che dieci anni fa ha introdotto in Italia l’utilizzo di questa metodica – .Gli effetti ottenuti lasciano pensare alla possibilità di nuovi utilizzi in diversi ambiti neurologici a scopo riabilitativo”. Il recupero dell’uso del linguaggio attraverso la stimolazione del midollo spinale è un risultato significativo soprattutto perché questa parte del sistema nervoso centrale è normalmente considerata la centrale di controllo di attività neurali che non hanno apparentemente nessuna relazione con la parola: tutte quelle azioni che noi compiamo in modo riflesso, come camminare, sederci, muovere una mano.

L’ictus. Nello studio i pazienti, tutti afasici in seguito ad ictus cerebrale sinistro, sono stati sottoposti a una settimana di stimolazione transcutanea spinale a corrente diretta, associata a un trattamento del linguaggio per il recupero di verbi e sostantivi, e a una settimana di trattamento associato invece a stimolazione placebo. L’afasia è un deficit neurologico causato da danno cerebrale, che impedisce di comprendere il significato delle parole e immerge la persona in un mondo di suoni indecifrati che le impediscono di comunicare. Secondo diversi studi pubblicati negli ultimi dieci anni la sua incidenza oscilla tra il 21 e il 38 per cento di tutti i casi di ictus.

L’altra ricerca. Il professor Buccino aveva già realizzato ricerche precedenti sul tema. “Studi pubblicati nel 2014 dal professore Giovanni Buccino dimostrano che le aree sensoriali-motorie del nostro sistema nervoso si attivano quando chiediamo a un soggetto di elaborare per esempio la parola ‘penna’ e non si attivano se chiediamo di elaborare la parola ‘nuvola’. – spiega Marangolo – .Laddove quindi un termine è facilmente correlato a un’azione, nel caso della penna il gesto dello scrivere, ecco che una relazione tra movimento e linguaggio emerge. La nostra sperimentazione ha attinto a questa stessa relazione”. Si spiegherebbe così un altro particolare risultato della ricerca. La stimolazione elettrica del midollo spinale, unita a esercizi di riabilitazione del linguaggio, ha condotto al miglioramento nei pazienti dell’uso dei verbi e non dei sostantivi. “La stimolazione del midollo spinale, che ha appunto un ruolo così importante nei nostri movimenti, è andata a influenzare nel sistema nervoso qualcosa come ‘l’esperienza del muoversi’ – spiega Marangolo – .Ecco perché ha riattivato l’uso dei verbi, ovvero di quell’elemento linguistico che rappresenta più di tutti gli altri l’azione”.

Il linguaggio. Secondo i ricercatori la sperimentazione, oltre a suggerire nuovi trattamenti dell’afasia, conferma la necessità di superare l’idea del “linguaggio come un sistema a moduli localizzato nell’emisfero sinistro del cervello”. “Dalla periferia del nostro corpo le fibre nervose ascensionali portano informazioni al cervello che così è in grado di far partire di nuovo verso la periferia ordini adeguati di movimento – concludono i ricercatori – . Questo processo permette al nostro sistema nervoso d’incorporare posizione e movimenti del nostro corpo in relazione all’ambiente e i concetti legati a queste dinamiche. In questo processo di ‘embodiment’

si integra la formazione del linguaggio e questo percorso è quello che ha veicolato probabilmente anche l’effetto riabilitativo da noi ottenuto sul recupero dell’uso dei verbi nei pazienti trattati”.