Se l’unica attività fisica che fai è camminare, non stai facendo abbastanza
(di Ilaria Betti) – Con l’arrivo della bella stagione è naturale avere voglia di uscire all’aria aperta a fare una passeggiata. Se poi è una lunga passeggiata, anche il nostro corpo ne trae giovamento. Ma la camminata – quella che facciamo ogni tanto per distrarci, a passo non troppo veloce – può essere intesa come attività fisica? Può bastare camminare un’ora al giorno per dire di esserci allenati? Secondo Marcello Chiapponi, fisioterapista e personal trainer, fondatore del sito “L’Altra Riabilitazione”, la camminata è salutare ma, di certo, non migliora il nostro stato di forma. Insomma, se non facciamo sport e l’unico nostro stimolo muscolare è la camminata, non stiamo facendo abbastanza. “Camminare – ha affermato Chiapponi ad HuffPost – è un’attività a basso dispendio di energia”.
La camminata può essere intesa come un allenamento a tutto tondo?
“Migliorare il proprio stato di forma tramite la camminata non è facile. Ciò di cui spesso non si tiene conto è che la camminata è un movimento naturale dell’essere umano, studiato per essere il più ‘economico’ possibile. Essendo un movimento che facciamo sempre, il nostro corpo si predispone a spendere meno energia possibile. Inoltre, camminando non si bruciano molte calorie: in un’ora circa di camminata una persona di 70 kg brucia meno di 300 calorie, quelle che corrispondono, per intenderci, a mezza merendina. Per avere un impatto reale sullo stato di forma, ed essere intesa come allenamento, la camminata dovrebbe prima di tutto prolungarsi per più di un’ora. Consideriamo che mezz’ora di camminata, tre volte alla settimana, in piano, senza ostacoli e ad una velocità ‘naturale’, ha un impatto sul grasso corporeo pari allo zero”.
Quando possiamo dirci realmente soddisfatti della nostra camminata?
“Più si ha uno basso stato di forma, ovvero si è poco allenati, più si trae giovamento dalla camminata. Poniamo l’esempio di una persona in sovrappeso: per questa persona muoversi anche poco più di un’ora costituisce un grande impegno. Porsi come obiettivo quello di camminare un’ora al giorno può essere per chi è poco allenato un ottimo punto di partenza per iniziare a migliorare e a prendersi cura del proprio corpo. Ma poi bisogna aumentare (tempo, velocità, pendenza) e affiancare a questa attività altri tipi di allenamento mirato: solo così si possono ottenere dei risultati in termini di forma fisica”.
Qual è la velocità ideale per camminare?
“La maggior parte delle persone cammina a poco più della velocità di base: va da sé che questo tipo di velocità non ha un impatto allenante. Per considerare la camminata attività sportiva, dobbiamo accelerare il passo e solo quando avremo la sensazione di stare per correre avremo raggiunto la velocità giusta. ‘Se vado più veloce di così corro’: ecco, quando pensiamo questo stiamo andando ad una velocità idonea. Dobbiamo, insomma, avere la sensazione di esserci spinti oltre i nostri limiti, di esserci sforzati”.
I muscoli ne traggono beneficio?
“Certamente, ne traggono beneficio soprattutto i muscoli di persone che sono particolarmente ferme, come quelle che passano tutto il giorno davanti al computer o che non percorrono a piedi neanche il tragitto casa-lavoro. C’è da dire che il massimo dei benefici si potrebbe ottenere con cambi di pendenza o introducendo nella camminata un ostacolo variabile”.
È vero che quando torniamo a casa da una camminata ci sentiamo meglio?
“Sì, perché camminare ha moltissimi benefici. Prima di tutto, fa bene a livello articolare: soprattutto in persone che non hanno particolari problemi (a parte i soliti, come cervicale, mal di schiena, mal di collo), l’impatto sulla colonna vertebrale è più positivo che negativo. Tramite la camminata si crea movimento con basso carico: il corpo non si affatica, non si alzano pesi, si scioglie un po’ il tutto e il mal di schiena risulta lenito. Molti mal di schiena sono legati a problemi di eccessiva rigidità e praticando un’attività continuativa che metta in movimento i muscoli inferiori la schiena ne trae giovamento. Il secondo impatto positivo, indipendente dalla durata della camminata (che può essere di un’ora ma anche solo di dieci minuti), è quello che riguarda il piano psicofisico. Gli esseri umani sono nati per vivere all’aria aperta: camminando, ritroviamo quel contatto con la luce, con l’aria, con gli elementi naturali che immediatamente ci fa sentire più rilassati, più in pace. Ed è un effetto immediato, che ci portiamo subito a casa”. (Huffingtonpost)