Sesso e Fibromialgia

Sesso e fibromialgia: La sessualità e l’intimità sono ingredienti indispensabili per il benessere della coppia. Se non vissuti con naturalezza possono diventare, a lungo andare, motivo di disagio all’interno del rapporto. Questo nella Fibromialgia, riporta la Dott.ssa Alessandra Ricci per versiliatoday.it, accade spesso: l’invalidante dolore cronico muscolare e la stanchezza ingiustificata possono causare problematiche correlate alla sfera sessuale. Questa realtà è stata recentemente sottolineata da importanti pubblicazioni nella letteratura medico scientifica.

I sintomi dolorosi cronici e diffusi in tutto il corpo, infatti, sono capaci di per sé di inibire le pulsioni di piacere e limitare la persona nei movimenti che un atto sessuale comporta. La semplice pressione sul corpo, a volte, può provocare dolore; per molti anche solo l’esperienza di un abbraccio può risultare spiacevole. I pazienti fibromialgici convivono con una dolorabilità quotidiana che aumenta il loro livello di stress e di astenia e che può inibire anche la sfera intima e relazionale. Questo provoca un notevole disagio psicologico e gli stati depressivi e ansiosi, conseguenti alla patologia, sono un rilevante motivo di compromissione del desiderio e dell’attività sessuale. Nella prima fase della malattia, generalmente, l’attenzione è rivolta soprattutto a combattere i sintomi, a trovare una diagnosi che spesso tarda ad arrivare e a trovare una terapia efficace: basata soprattutto sull’uso di farmaci come antidolorifici e antidepressivi. In questa fase i problemi sessuali non vengono presi in considerazione e sono posti in secondo piano.

Il partner del paziente fibromialgico, inizialmente, si adatta ai problemi sessuali cercando di aiutare e assecondare le necessità del coniuge malato. Ma con il passare del tempo, la mancata presa in considerazione di queste criticità e la difficoltà a parlare senza pudore dei propri bisogni sessuali, mina l’equilibrio della coppia e aumenta la distanza tra i coniugi.
Le mie pazienti mi raccontano spesso l’enorme difficoltà che percepiscono nell’aprirsi con il partner e la paura di non essere comprese.
Si sentono molto sole, inadatte e disperatamente infelici. I rapporti sessuali si riducono a tentativi di approcci intimi e frettolosi e poco delicati, complice anche una scarsa conoscenza della patologia. Infine, se anche i piccoli gesti di tenerezza possono essere percepiti come dolorosi, inevitabilmente, si preferisce diminuire e poi evitare i momenti di contatto, archiviando la sfera sessuale dalla propria vita. Inizia così a nascere la rabbia e la frustrazione anche per la mancanza del benessere intimo.

Solitamente le problematiche sessuali più spesso associate alla Sindrome Fibromialgica sono:

la Vulvodinia

Consiste nell’ipersensibilità del vestibolo vulvare (l’ingresso della vagina) che si manifesta con dolore e forte senso di tensione che si diffonde a tutto il pavimento pelvico, indipendentemente dal contatto sessuale col partner.

La Dispareunia

che causa dolore durante il rapporto sessuale che rende la penetrazione dolorosa o addirittura impossibile.

Queste due problematiche possono essere lamentate singolarmente o associate e inevitabilmente, riducono il desiderio e l’appagamento dell’atto sessuale. La sessualità nella fibromialgia per questo è argomento di studio e di ricerca.

Sesso e fibromialgia soluzioni

Il primo approccio potrebbe comportare l’adeguato utilizzo di norme igienico-comportamentali (eliminazione di fattori irritanti a livello vulvare) ad essi possono aggiungersi preparati topici come anestetici locali (es lidocaina) o estrogeni in crema.

Può essere consigliata una terapia riabilitativa della muscolatura del pavimento pelvico. Ad esempio specifiche tecniche di fisioterapia e biofeedback possono essere utili in pazienti che evidenziano anomalie elettromiografiche dei muscoli del pavimento.

Potrebbero aiutare anche le infiltrazioni sottomucose di steroidi associati ad anestetici locali o l’elettrostimolazione analgesica (TENS): usata con finalità antalgica per contrastare gli effetti del dolore causato dalle più svariate patologie.

Ancora, l’utilizzo di dilatatori vaginali oppure in rarissimi casi, la chirurgia.

Tra le tecniche chirurgiche la vestibulectomia si è dimostrata essere la più efficace con un tasso di successo variabile dal 60 al 95%.
La selezione delle pazienti, però, è molto importante e determina il successo della procedura. Può essere raccomandabile anche una psicoterapia sessuologica per imparare a gestire la condizione di disagio associata al dolore genitale cronico che rende spiacevole o dolorosa l’esperienza erotica.

Il benessere della coppia dipende molto dal benessere sessuale, è necessario non sottovalutare la sua importanza e i sintomi che impediscono il soddisfacimento erotico. Se le pazienti riuscissero ad aprirsi e a parlarne e i medici e il partner riuscissero ad ascoltarle la sintomatologia dolorosa potrebbe migliorare e con lei anche la quotidianità e la vita familiare.