Si devono togliere i ferri nelle ossa?

Dovrò rimuovere i ferri nelle ossa?
E’ la domanda, come riporta il Dr. G.Fanzone su www.giuseppefanzone.it, che si pongono tutti coloro che in seguito ad una frattura di un osso, che sia gamba, femore, braccio, omero o calcagno, sono stati portati in sala operatoria per un intervento.

Cosa sono i ferri nelle ossa? Altra domanda cui ho provato a dare risposta in quest’altro articolo.

Il chirurgo ortopedico, in ospedale, ha provveduto ad eseguire una sintesi o stabilizzazione chirurgica della frattura ossea mediante un intervento di osteosintesi o di stabilizzazione con fissatore esterno. Anche altri interventi ortopedici, come l’alluce valgo, prevedono che vengano inseriti dei fili di K. (fili di Kirschner) o delle viti, altri delle protesi metalliche (protesi di ginocchio, protesi di anca o di spalla).

Si devono togliere i ferri nelle ossa?

Molti pazienti con frattura poi si chiedono se:

i “ferri nelle ossa” si devono togliere
sfilare i fili di K. provoca dolore
il fissatore esterno si toglie in anestesia o se sia necessario rimuovere un perno o una placca.
placche-fili-viti-ortopediche
Placche, fili, viti e chiodi ortopedici.
La rimozione dei mezzi di sintesi nelle fratture guarite

La rimozione dei mezzi di sintesi, (placche, viti, chiodi, fili) è un tipo di intervento ortopedico previsto, frequentemente eseguito, ma comunque da non considerarsi facile o di routine.

Come tutti gli interventi chirurgici ed ortopedici ha una sua delicatezza per la possibilità di eventi avversi. Pone spesso dei problemi dal punto di vista tecnico dato che togliere una placca dal femore o dal radio e ulna non sempre è facile e rimuovere un chiodo dalla tibia è un atto chirurgico più complesso del metterlo.

Un caso di chiodo rimosso dal femore. In seguito, a poca distanza di tempo, una nuova frattura dell’anca. Sicuramente la osteoporosi ha avuto il suo ruolo, la domanda è però se mantenere il chiodo in un caso come questo non fosse più opportuno.

Dal punto di vista scientifico, in ambito medico, si discute ancora sulla opportunità della rimozione dei mezzi di sintesi, l’argomento più spesso utilizzato a favore della rimozione è quello che in pazienti giovani una nuova frattura potrebbe essere resa più grave dalla presenza del metallo nell’osso. D’altra parte c’è chi sostiene che i rischi di nuove lesioni e peggioramento causato dal nuovo intervento sono talmente elevati da non giustificare una rimozione delle placche in tutti i casi. La letteratura sull’argomento non presenta valide linee guida.

Le indicazioni che certamente portano ad una rimozione dei mezzi di sintesi utilizzati per guarire una frattura sono:

ovviamente l’infezione,
la pseudoartrosi (mancata guarigione),
evidenti problemi meccanici (rottura delle viti, spostamento del chiodo o della placca).
Il dolore dopo rottura di osso può essere causato dalle placche

Quando è il dolore la causa della richiesta di rimozione la procedura non è priva di rischi ed in genere porta a cattivi risultati e pertanto le aspettative del paziente andrebbero ridimensionate.
Prevenzione di tossicità dei metalli, allergia, carcinogenesi o previsione di mobilizzazione nel futuro non sono considerabili valide motivazioni alla rimozione sistematica di tutti gli impianti.
La rimozione delle placche, viti o chiodi nei bambini deve essere considerate questione a parte per la possibilità di interferenza con la crescita ossea.

Rimozione delle placche dalle ossa come routine

In ogni caso la rimozione di un mezzo di sintesi non deve essere considerate una procedura di routine e neanche semplice. L’atteggiamento migliore, dovendo decidere se togliere o meno una placca o delle viti dalle ossa, è quello di valutare caso per caso, valutando attentamente il rapporto rischio / beneficio.

Togliere un “ferro” che non da nessun segno di se non è opportuno;
le protesi articolari si rimuovono solo se dolorose per infezione o mobilizzazione;
i fili di K. si rimuovono facilmente e senza dolore;
il fissatore esterno si rimuove anche in anestesia locale;
i perni di fissaggio dei chiodi vanno rimossi, a volte necessariamente, per dinamizzare il chiodo e lo si fa anche in anestesia locale
Spesso le placche al malleolo peroneale danno conflitto per la loro presenza proprio sotto pelle e per questo motivo sono spesso tra le più rimosse.