Test per diagnosticare lesioni meniscali
Esistono dei test che possono aiutarci, anche se non risultano essere sempre estremamente significativi, e sono:
1-test della flessione forzata del ginocchio, quando noi flettiamo ai massimi gradi il ginocchio andiamo a schiacciare le corna posteriori dei menischi, tra condili e piatto tibiale, se lo facciamo su menischi normali non dovrebbe accadere nulla ma se lo facciamo su menischi che presentano lesioni a livello delle corna posteriori questo tipo di manovra dovrebbe suscitare aumento del dolore; ma anche questo è un test abbastanza opinabile.
2-test dell’estensione forzata del ginocchio, anch’esso abbastanza opinabile, in cui si vanno a valutare le corna anteriori dei menischi.
3-intra e extra rotazione forzata (grinding-test), più significativo rispetto ai primi due,in cui il paziente è disposto prono sul lettino, il ginocchio viene a essere flesso a 90°, e vengono ad essere effettuati movimenti di intra ed extra rotazione sul piede. Con il movimento di extra rotazione e di schiacciamento verso il basso si va a stimolare soprattutto il menisco mediale, quindi se la risposta è dolorosa il test sarà positivo per una lesione del menisco mediale, al contrario effettuando il movimento di intra rotazione e schiacciamento verso il basso si andrà a stimolare il menisco laterale. L’attendibilità di questo grinding- test, è intorno al 75% quindi per il 25% non sono assolutamente riconoscibili in base a questo tipo di indagine e allora dobbiamo ricorrere a indagini di tipo strumentale.
4-esame radiografico: In un soggetto che ha subito un trauma discorsivo a livello del ginocchio la prima indagine che deve sempre in ogni caso essere compiuta è l’esame radiografico, con questo esame i menischi non li vediamo perché sono fatti di fibrocartilagine e quindi sono perfettamente radiotrasparenti però il trauma discorsivo può dare lesioni a tutte le strutture dell’articolazione e quindi in prima istanza può dare lesioni di tipo osseo, per cui il primo momento diagnostico deve essere quello di escludere, attraverso un’esame radiografico, che ci siano lesioni ossee.
In passato per la diagnosi non esistevano né TAC né risonanza magnetica e quindi questi menischi non si potevano assolutamente vedere, allora si ricorreva a artifizi, si introduceva all’interno dell’articolazione un mezzo di contrasto che si disponeva lungo la superficie del menisco e se entrava stava a significare che esisteva la lesione, questa metodica oggi è stata assolutamente abbandonata grazie all’avvento della TAC e della risonanza magnetica. Oggi giorno nessuno si azzarda a fare una diagnosi di lesione meniscale con una radiografia perché non si vede assolutamente nulla, si vede qualcosa per quanto riguarda la lesione del bordo capsulare del menisco mediale ma è soltanto qualcosa e non ha alcuna validità diagnostica.
5-Dopo la radiografia si procede verso la TAC o la risonanza magnetica, che cmq non ci danno la certezza diagnostica, ma si aggirano intorno a percentuali del 90-95% quindi c’è sempre un certo buco dal punto di vista diagnostico sia per quanto riguarda falsi positivi che per falsi negativi. Se noi siamo fortemente indirizzati sulla possibilità che il soggetto abbia solo ed esclusivamente una lesione meniscale non vi è dubbio che l’indagine da eseguire è una TAC, sia perché alla tac i menischi si vedono meglio sia perché è molto meno costosa ed è un’indagine più facile da eseguire; se invece riteniamo che accanto una lesione meniscale ci possa essere anche una lesione di tipo legamentoso, la risonanza magnetica è superiore alla tac.
6-Tra quelle che sono le indagini diagnostiche dobbiamo inserire anche L’ARTROSCOPIA.
Quadro artroscopia normale: indagine diagnostica che consente attraverso l’introduzione di fibre ottiche all’interno dell’articolazione di visualizzare tutte le strutture al suo interno, quindi consente di vedere menischi, legamenti crociati, la superficie interna della capsula ma non quella esterna e consente anche di vedere le superfici ossee quindi la cartilagine che ricopre i capi articolari del femore e della tibia.
Quadro artroscopia da lesione: quindi se vogliamo ottenere il 100% di certezza della presenza di una lesione meniscale, dobbiamo ricorrere a un’artroscopia. (Tesionline.it)
7- Test di Mc Murray: se i condili femorali si muovono al di sopra di un frammento meniscale sollevato, essi producono un rumore secco (“click”) e possono evocare una sintomatologia dolorosa (test positivo: scatto palpabile o esacerbazione del dolore). Questo click doloroso può essere risvegliato o ulteriormente accentuato se i condili femorali e tibiali sono sospinti gli uni contro gli altri, manovra che provoca una compressione dei menischi. La comparsa in condizioni simili di un click doloroso o soltanto di dolore, suggerisce la presenza di una lesione meniscale, sebbene non si tratti di un test totalmente affidabile: il sintomo potrebbe originare da un menisco sano che si muove al di sopra di una cartilagine articolare degenerata.