Trattieni il fiato, così il cuore non si danneggia

Trattenere il fiato per non danneggiare il cuore: si può riassumere così la tecnica di radioterapia per il seno sinistro messa a punto dall’ospedale di Parma e che sta dando ottimi risultati. Al punto che il tema sarà oggetto a breve di una tesi di specializzazione.

La nuova tecnica è operativa dall’autunno nel reparto di Radioterapia dell’ospedale Maggiore ed è stata sperimentata, con ottimi risultati, su dieci donne affette dal tumore al seno. Consiste, in pratica, nel chiedere alle pazienti di trattenere il respiro durante la fase di radiazioni per fare in modo che il torace si dilati e la ghiandola mammaria si sposti dal cuore. Così, le radiazioni sulle pazienti con tumore alla mammella sinistra hanno il minimo impatto sul cuore e di conseguenza il minimo rischio di danno cardiovascolare.

«Questa metodica – spiega Nunziata D’Abbiero, la direttrice del reparto di radioterapia dell’ospedale Maggiore – si basa sull’esecuzione del trattamento in inspirazione profonda, in questo modo la ghiandola mammaria viene a trovarsi più lontana dal cuore sottostante. Tutto parte dalla Tac di pianificazione: il nuovo Tac simulatore acquisito lo scorso anno permette di eseguire esami in gating respiratorio, metodica che permette di valutare sia lo spostamento delle strutture anatomiche durante gli atti del respiro sia di tenere sotto controllo gli atti del respiro avvalendosi di sistema a raggi infrarossi».

Dopo una fase di addestramento, continua il primario, «viene eseguita la Tac di pianificazione sia a respiro libero sia in inspirazione profonda. Il piano di cura viene elaborato sia sulla Tac in inspirazione profonda che in quella a respiro libero, per valutare il reale vantaggio per la paziente».

Durante l’erogazione del trattamento il sistema di controllo a infrarossi è in grado di interrompere immediatamente l’erogazione delle radiazioni se la paziente dovesse non inspirare come pianificato o respirare diversamente. Questo garantisce una importante sicurezza della metodica.

«Il vantaggio clinico di questa metodica – conclude D’Abbiero – è che il rischio di malattia ischemica cardiaca indotto dalle radiazioni si riduce del 7,4% per ogni Gray (ossia l’unità di misura delle radiazioni, ndr) in meno rispetto alla dose media ricevuta dal cuore».

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[Fonte http://www.gazzettadiparma.it/news/medicina/420138/trattieni-il-fiato-cosi-il-cuore-non-si-danneggia.html]