Infortuni al piede nel calcio

Gli infortuni al piede nel calcio sono meno frequenti di quelli al ginocchio e alla caviglia. Le sue ossa si suddividono in tre gruppi:

  1. Tarso
  2. Metatarso
  3. Falangi

In particolare, il tarso è costituito da sette ossa

  1. Talo
  2. Calcagno
  3. Cuboide
  4. Navicolare
  5. 3 cuneiformi

il metatarso da cinque lunghe ed infine le falangi da quattordici.

Infortuni al piede

Si possono verificare:

  • Distorsioni medio-tarsali che colpiscono l’arco del piede; sono rare ed il recupero è molto lungo
  • L’articolazione fra le ossa tarsali ed il secondo metatarso (articolazione di Lisfranc) è la principale stabilizzatrice fra il tarso ed il metatarso; un trauma diretto (contatto piede contro piede) può provocare una serie di fratture o lussazioni. La diagnosi è complessa e spesso errata, per cui la cura è difficile; spesso occorre l’intervento chirurgico
  • Le distorsioni e lussazioni metatarso-falangee avvengono nel corso di un’iperestensione ripetuta delle dita. L’atleta avverte dolore, gonfiore e dolorabilità. La cura consiste nel protocollo “PRICE” . L’appoggio del peso può iniziare quando il dolore è abbastanza lieve da poterlo tollerare. La riabilitazione è lunga, a volte è utile un’ortesi che limita la dorsi flessione
  • Le fratture metatarsali sono fratture da stress; un urto diretto può fratturare il secondo, terzo o quarto metatarso. Interessano una delle cinque ossa metatarsali. Si ricorre a plantari per i metatarsi ed a calzature solide per consentire l’appoggio del peso. Talvolta occorre un intervento chirurgico
  • La frattura più frequente è quella da stress che provoca una lesione alla struttura interna dell’osso. È un evento che si produce a seguito di microtraumi ripetuti con normale resistenza meccanica. Colpisce principalmente la tibia distale, il calcagno, lo scafoide ed il secondo e quinto osso metatarsale, ma si verifica anche in qualsiasi osso del piede. Provoca un dolore acuto che si avverte solitamente durante sforzo e scompare con il riposo. La diagnosi viene confermata tramite una radiografia. Il trattamento varia in base alla gravità dell’infortunio e può consistere nel riposo, nell’apparecchio gessato o nell’intervento chirurgico
  • Le fratture da stress del calcagno sono rarissime, in particolare si ricorda la “fascite plantare“.
    Con questo termine si fa riferimento all’ infiammazione e alla microscopica lacerazione di una larga fascia di tessuto (fascia plantare). Quest’ultima è formata da tessuto fibroso che origina dal calcagno e si inserisce su tutte le falangi prossimali; riveste un ruolo di notevole importanza nella trasmissione del peso corporeo durante le fasi di deambulazione; presenta una continuità con il tendine d’Achille.
    La “fascite plantare” può manifestarsi sia a livello del calcagno (prossimale), sia a livello del mesopiede (distale). I fattori di rischio sono: modificazioni degenerative, connesse a microtraumi ripetuti, che interessano il legamento arcuato, un’eccessiva sollecitazione del tallone, ridotta estendibilità del tendine d’Achille, piede piatto, calzature inadeguate; ma anche ad errori di allenamento, come un aumento improvviso di corse in salita o di esercizi di scatto e può essere associata ad una riabilitazione incompleta conseguente ad una lesione di caviglia (distorsione). Si manifesta con un dolore acuto e particolarmente intenso al centro del tallone o della pianta del piede che si estende alle dita. La diagnosi viene effettuata dopo aver valutato attentamente la sintomatologia, solo in determinate circostanze si fa ricorso ad indagini strumentali (radiografie). Il trattamento consiste nell’applicazione locale di ghiaccio, nella somministrazione di antinfiammatori e nella sospensione delle attività che evocano dolore (se la deambulazione risulta dolorosa è previsto l’aiuto di stampelle); utili sono anche alcune modalità fisioterapiche (ultrasonografia). Nei casi più critici si ricorre all’intervento chirurgico
  • La metatarsalgia è il dolore localizzato alla regione metatarso- falangea del piede; spesso è dovuta ad una meccanica scorretta del piede; le terapie prevedono ortesi e stretching del tendine d’Achille
  • Ematoma subungueale, definito anche “unghia nera” o “dito del calciatore” è un’emorragia sotto l’unghia causata da un colpo
  • Turf toe“: si tratta di una distorsione della porzione plantare della capsula dell’articolazione metatarso-falangea dell’alluce. È frequente sulle superfici di gioco sintetiche. L’articolazione appare dolente, tumefatta e dolorabile; siccome la dorsi flessione attiva e passiva è dolorosa, l’atleta assume un’andatura col piede piatto nel tentativo di evitare la spinta. Il trattamento è analogo ad una semplice distorsione ed avviene all’inizio con ghiaccio, compressione, elevazione e riposo funzionale. Molto utili sono inoltre i bagni alternati per ridurre il gonfiore. Per limitare la dorsi flessione, si consiglia l’utilizzo di una scarpa con plantare o inserendo un supporto rigido nella scarpa
  • Frattura dell’alluce, dovuta ad un urto della punta del piede col terreno nell’atto di sferrare il tiro oppure ad un’azione diretta contro un avversario

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[Fonte http://www.nonsolofitness.it/traumatologia-sport/gli-infortuni-nel-calcio/infortuni-al-piede-nel-calcio.html]