LE MANIPOLAZIONI ARTICOLARI

L’articolazione non è un meccanismo rigido il cui movimento avviene solo entro schemi prefissati. Accanto al movimento che l’articolazione può compiere attivamente vi è infatti la possibilità di riprodurre passivamente movimenti molto più ampi, o addirittura movimenti che non sono possibili volontariamente. È soprattutto a questo tipo di movimento, denominato gioco articolare, che sono rivolte le manovre manipolative articolari. Esso rappresenta quel margine di “tolleranza” che permette di compiere i movimenti finalizzati, che devono sempre essere accompagnati da movimenti accessori di aggiustamento. Nei casi di limitazione, è rilevabile una netta diminuzione del gioco articolare. Ripristinando questi movimenti accessori con manovre specifiche (scivolamenti e traslazioni delle superfici articolari), si agirà sull’apparato capsulo-legamentoso.

Le manipolazioni articolari periferiche si differenziano da quelle vertebrali perché vengono ripetute più volte sulla stessa articolazione. In alcuni casi si avvicinano più alla mobilizzazione forzata e, anziché la sensazione di scroscio articolare, danno piuttosto la sensazione dello scivolamento dei capi articolari verso il gioco articolare fisiologico. 

La manipolazione secondo Mc Mennel ha come obiettivi:

risoluzione del blocco articolare (effetto meccanico, restaurare una motilità normale in un’articolazione che ha perso il suo gioco articolare;

effetto antalgico (effetto riflesso e analgesico, stimolazione dei recettori propriocettivi su tendini, legamenti e capsule articolari che determina un’azione inibitoria agli impulsi dolorifici a livello centrale);

effetto trofico cartilagineo e miglioramento della lubrificazione articolare;

stiramento dell’apparato capsulo legamentoso retratto.

La si applica in caso di rigidità articolari , retrazioni legamentose, contratture muscolari. Il fine è di ottenere la completa mobilità articolare con la massima escursione possibile; stimolare l’articolazione favorendo la lubrificazione articolare e mantenere una buona funzione delle cartilagini articolari; favorire un buon grado di elasticità muscolare e tendinea; stimolare le parti nervose centrali e periferiche attraverso la propriocettività.

LE CONTROINDICAZIONI EVIDENTI.
· Fratture e fratture non consolidate
· Lussazioni articolari
· Infezioni osteo-articolari
· Tumori
· Emopatie maligne con interessamento osteo-articolare.
· Osteoporosi grave
· Tumori primitivi e secondari
· Canale vertebrale stretto sintomatico ( acquisito o congenito )
· Siringomielia
· Insufficienza vertebro-basilare
· Malattie endocrine (osteomalacia, malattia di Cushing etc.)
· Sindromi paraneoplastiche
· Spondilodisciti
· Malformazioni della giunzione cervico-occipitale
· Gravi stati nevrotici e depressivi

LE CONTROINDICAZIONI RELATIVE
· Età avanzata del paziente
· Malattia di Scheuermann 
· I reumatismi infiammatori al di fuori delle poussè evolutive
· L’artrosi grave
· Alcune ernie discali