Per i nuovi bisogni arriva l’infermiere di famiglia

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TRENTO. Un passo avanti verso l’infermiere di famiglia, con una sperimentazione dell’efficacia di questa figura professionale decisa ieri dall’assessore provinciale alla salute, Luca Zeni, in collaborazione con l’associazione che riunisce gli infermieri professionali, assistenti sanitari e vigilatrici d’infanzia di Trento (Ipasvi). Ieri infatti l’assessore ha firmato con la presidente di Ipasvi, Luisa Zappini, un documento di intenti con tre punti che indicano la strategia da seguire nel processo di inserimento: al centro dell’accordo c’è la sperimentazione di un nuovo ruolo che lavorerà a stretto contatto con le famiglie e il contesto di riferimento per educare alla prevenzione e alla corretta cura degli anziani e malati in casa, al fine di migliorare la loro qualità di vita e diminuire i casi di cronicizzazione e ospedalizzazione.

«Il progetto proposto dal nostro collegio prevede la presenza in ambito territoriale di un infermiere con le competenze necessarie per prendere in carico paziente e famiglia nell’ambito del domicilio, in collaborazione con il medico di medicina generale e con altre professionalità, formando un team multidisciplinare e multi-professionale, come già accade nel resto d’Europa e Oltreoceano», ha detto la presidente del Collegio, Luisa Zappini. L’assessore Zeni ha aggiunto che si tratta di una sperimentazione che tiene conto della continua evoluzione dei bisogni dei cittadini.

L’argomento della riorganizzazione della sanità è stato trattato ampiamente in mattinata durante il convegno “Il valore dell’infermiere di famiglia per la sostenibilità del sistema salute”. Alla tavola rotonda che ha aperto l’evento hanno partecipato, oltre all’assessore provinciale Luca Zeni, Angela Panuccio del ministero della salute, Fabio Cembrani, direttore dell’unità operativa di medicina legale dell’Apss, Ketty Vaccaro, responsabile Area salute del Censis e Mario Del Vecchio, direttore Osservatorio consumi privati in sanità della Sda Bocconi.

E nel pomeriggio si è svolta l’assemblea provinciale di Ipasvi. Attualmente gli iscritti al Collegio sono 4.344, un migliaio in più rispetto a dieci anni fa, 64 in più rispetto al 2015. La maggior parte è assunta nel settore pubblico: 2.663 dall’Azienda per i servizi sanitari, 569 in aziende per i servizi alla persona pubbliche. Importante è comunque anche la fetta della libera professione, con 240 occupati e altri 126 impiegati

nelle case di riposo private. La professione risulta ancora a forte predominio femminile: le donne rappresentano l’85%. Stabile il numero degli stranieri: nel 2016 sono 253 gli infermieri arrivati dall’estero. Le nazionalità più rappresentate sono quella rumena (127) e quella polacca (39).

[Fonte http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/trento/cronaca/2016/05/13/news/per-i-nuovi-bisogni-arriva-l-infermiere-di-famiglia-1.13461579?refresh_ce]