Onde d’urto contro la tendinite

(di Antonella Sparvoli per Corriere) – Un nuovo studio italiano conferma l’utilità di questa terapia fisica quando le cure tradizionali falliscono e non si può o non si vuole ricorrere alla chirurgia

Prima di optare per il bisturi per liberarsi da una tendinopatia che non risponde ai farmaci e alla fisioterapia potrebbe valere la pena di ricorrere al trattamento con onde d’urto. Questo approccio, come rivela uno studio italiano pubblicato sull’American Journal of Sports Medicine, aiuterebbe a ridurre il dolore e migliorare la funzionalità.

BENEFICI – «Le onde d’urto funzionano stimolando l’attivazione dei naturali processi biologici di riparazione e attualmente vengono usate con buoni risultati per curare diverse disturbi muscoloscheletrici, tra cui il gomito dei tennista e le lesioni al tendine di Achille – premette Angelo Cacchio, specialista in medicina fisica e riabilitazione all’università La Sapienza di Roma nonché coordinatore dello studio -. Noi ora ne abbiamo evidenziato l’utilità anche nel caso di un’altra tendinopatia, quella che riguarda i tendini di inserzione prossimale degli ischiocrurali, ovvero i muscoli estensori dell’anca e flessori del ginocchio. Questa tendinopatia, abbastanza frequente negli sportivi, causa dolore appena sotto il gluteo soprattutto quando si sta seduti con le gambe semidistese (per esempio alla guida), se si prova a correre, a saltare un ostacolo o a calciare un pallone». Nel nuovo studio sono stati coinvolti 40 atleti professionisti dediti a calcio, rugby o attività atletiche (sprinter e runner) che soffrivano di questa tendinopatia da almeno sei mesi. Metà dei partecipanti sono stati trattati con la cura standard, basata sull’impiego di farmaci antidolorifici e fisioterapia, mentre l’altra metà è stata sottoposta a quattro sessioni di terapia con onde d’urto nel corso di quattro settimane. Tre mesi dopo l’inizio del trattamento i pazienti trattati con le onde d’urto hanno riferito miglioramenti più consistenti sul fronte del dolore e della funzionalità.

INDICAZIONI – «I nostri dati indicano che le onde d’urto possono rappresentare una valida opzione da prendere in considerazione quando i trattamenti tradizionali falliscono e in alternativa alla chirurgia – fa notare Cacchio -. Sebbene lo studio sia stato condotto su atleti professionisti, la nostra esperienza ci permette di affermare la validità della terapia anche negli sportivi amatoriali, nei quali anzi sembrerebbe funzionare anche meglio per l’assenza di importanti richieste professionali. Per vedere dei benefici occorrono almeno tre o quattro sedute, ma già le prime due ci dicono se c’è un effetto positivo su dolore e funzionalità». In diverse regioni la terapia con onde d’urto può essere eseguita in convenzione con il Sistema sanitario nazionale e il ticket per una seduta è di 35 euro per le cosiddette onde d’urto defocalizzate, ovvero quelle usate nello studio.

CONTROINDICAZIONI – «Da un punto di vista fisico le onde d’urto sono definite come onde acustiche ad alta energia. In pratica sono degli impulsi pressori con un fronte di salita rapidissimo in grado di generare una forza meccanica diretta che può essere indirizzata sulle parti del corpo da trattare – puntualizza Cacchio -. Proprio per questa caratteristica intrinseca possono causare piccoli edemi che in un soggetto altrimenti sano vengono riassorbiti con facilità, mentre possono risultare pericolosi in alcune circostanze, per esempio in presenza di problemi di coagulazione e in chi assume farmaci anticoagulanti. In questi casi le onde d’urto sono controindicate. Altre controindicazioni riguardano i portatori di pacemaker, tumori e malattie neurologiche. Per precauzione, in assenza di dati chiarificatori, se ne sconsiglia l’impiego anche nei bambini e nelle donne in gravidanza. Come per altre terapie fisiche è importante affidarsi a mani esperte per evitare spiacevoli inconvenienti».